Di madri e di figlie: storie narrate e affinità emozionali tra “Paula” di Isabel Allende e “Come d’aria” di Ada D’Adamo.

“Sentii che mi stavo immergendo in quell’acqua fresca e seppi che il viaggio attraverso il dolore finiva in un vuoto assoluto.
Sciogliendomi ebbi la rivelazione che quel vuoto è pieno di tutto ciò che contiene l’universo. È nulla e tutto nello stesso tempo. Luce sacramentale e oscurità insondabile. Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco, in ogni goccia di rugiada, in ogni particella di cenere che l’acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa, sono nulla e tutto il resto in questa vita e in altre, immortale.”

Isabel Allende

Vi è mai capitato di leggere un romanzo e di sentire che un filo invisibile sembra legarlo a un altro che
avete già letto, magari tanto tempo prima?
Qualche giorno fa ho letto “Come d’aria” di Ada D’Adamo, vincitrice del Premio Strega di quest’ anno:
pagina dopo pagina, ho avuto più volte la sensazione di aver già incontrato, in passato, le emozioni che
questo romanzo mi ha suscitato.
Come un dejavu, nella mia mente riaffiorava in superfice il ricordo di “Paula”, forse il più bel romanzo
di Isabel Allende.
Nonostante le numerosissime differenze fra i due romanzi e fra le due scrittrici, ho percepito
fortemente che altrettanto importanti erano i loro legami, a partire dalla narrazione di una relazione
molto speciale, quella che unisce una madre alla propria figlia.
Paula è la figlia di Isabel Allende, ammalatasi giovanissima di una malattia bastarda, la porfidia, che la
distrugge progressivamente fino alla morte.
La figlia di Ada D’Adamo si chiama Daria,(da qui l’artificio del titolo) e nasce con una gravissima
disabilità che le impedisce un’esistenza “normale”, dove per normale si intende per esempio parlare,
mangiare o camminare: poter svolgere insomma le funzioni basilari che danno concretezza ad una vita.
Ada e Isabel, profondamente ispirate dal loro progetto di vita, mettono al mondo le proprie creature
convinte che tutto l’amore materno di cui sono capaci possa preservare le figlie da ogni sofferenza, da
ogni disgrazia.
Ma non è così, perché sono costrette ad assistere impotenti al disegno del Fato, che porterà Daria a
misurarsi sin dalla nascita con una esistenza faticosa e totalmente dipendente e Paula a imbattersi in una
malattia tanto rara quanto aggressiva.
La potenza della disillusione nei confronti di un destino che ha sparigliato le carte è la misura
dell’amore di queste madri, immensa e buia come un lago di notte.
Ma, allo stesso tempo, per entrambe arrendersi non è un’opzione possibile: è solo lottando,
combattendo per avanzare anche di un solo millimetro, che riescono a sublimare tanto dolore.

Con la lucidità della disperazione, Isabel e Ada mettono anche a fuoco le tante criticità, corollari della
situazione nella quale vivono, come, ad esempio, le enormi carenze della Sanità che le persone
sperimentano quando si imbattono nella malattia: Paesi differenti, epoche differenti, eppure per taluni
diritti, come quello di ricevere cure adeguate, sembra che, oggi come ieri, sia ancora difficile ottenerne
il rispetto o addirittura può accadere che vengano addirittura messi quasi in discussione.
Ma non è solo il rapporto con il mondo esterno che rende ancor più gravoso il ruolo di una madre di
fronte alla malattia di una figlia: le grandi sofferenze hanno una potenza conflagratrice anche nelle
relazioni familiari e possono unire ma anche distruggere, inesorabilmente.
La presenza di affetti veri, capaci di essere rifugio e forza propulsiva, appare l’unico strumento in
grado di contenere la forza impattante di un uragano di quella portata: Alfredo, “spalle larghe e mani di
roccia”, e Ada non vivono neppure insieme eppure sono capaci , fino alla fine di affrontare uniti la
drammaticità della condizione della figlia, e non solo; Ernesto, pur non essendo il vero padre di Paula, è
l’ancora di salvezza alla quale si aggrappa Isabel nell’annus horribilis della malattia della figlia.
Come scrive Maurizio De Giovanni, “E’ facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando
si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare
un poco più vicino”.

“Paula” e “Come d’Aria” dunque, due romanzi, due storie estremamente differenti per contesto, epoca
e trama, eppure capaci di evocare il senso della continuità nelle emozioni e nei sentimenti, di disegnare
il percorso interiore di due donne e madri, alla scoperta del significato di quel viaggio misterioso che
inizia con il donare cellule, sangue, respiro, vita a qualcuno che si amerà più di ogni altro essere umano,
ma che non si sarà in grado di preservare dalla sofferenza.

“Bisognerebbe potersi immergere ogni giorno in una pozza d’acqua nella quale, stretti in un abbraccio, sciogliere per un po’ il peso della vita. Poi risalire la scaletta, asciugarsi, rimettersi sulle spalle il proprio carico.
«Dentro a un abbraccio» ha scritto Charles Bukowski «puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire.

Oppure fermarti a tremarci dentro, come fosse l’ultimo».

Ada D’Adamo

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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