La giostra dei pellicani, Ernesto Berretti

La giostra dei pellicani, Ernesto Berretti. Watson edizioni

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“Otto anni erano passati dall’uccisione di Masina, anni che avevano condizionato la vita dei Nucella rendendoli uniti in modo viscerale, sempre più simili a pellicani pronti a lacerarsi, a squarciarsi fino a morire, pur di far sopravvivere gli altri della famiglia.”

Il titolo e la copertina sono di notevole impatto e la curiosità sul significato di questa giostra che ruota, stagliandosi sullo sfondo nero illuminato da un’ombra minacciosa, lo scopriremo pagina dopo pagina.

È la storia di una famiglia, narrata dal 1946 al 2012, che inizia a Burgio, in Sicilia, dove il capostazione Angelo Nucella assiste per caso all’omicidio della cognata Masina e il timore ossessivo di essere stato notato da qualcuno lo porta a trasferirsi con i suoi in Calabria. In Aspromonte però la ‘ndrina di Michele Cittarà non gli darà tregua e sulla giostra della malavita i suoi figli saranno costretti a girare, per proteggere la famiglia. Sulla giostra, infatti, si sale senza esserne consapevoli, ma non si può scendere senza il consenso di chi la governa.

Ma si può diventare invisibile e non scegliere da quale parte stare?

“Che tanto, se stai con quelli, gli altri t’ammazzano; se stai con gli altri, quelli t’arrestano!”

Leggo provando incredulità di fronte alle ingiustizie e tanta rabbia per i condizionamenti che gli esseri umani patiscono per salvare i propri cari. Penso a Duccio, alla sua vita distrutta, alla trappola costruita dal Male, mentre il Bene si nasconde in questa inutile lotta. Se all’inizio nutro ancora qualche speranza, seguendo le vicende del giovane Nucella con trepidazione, mi indigno per quanto gli accade ma ancora vedo un barlume di un possibile intervento, la narrazione mi riporta lo scorrere degli anni dominati dall’ingiustizia, dalla malavita che prosegue imperterrita il suo percorso. Fa veramente male, perché la fantasia non ha niente da invidiare alla realtà.

Proprio Duccio, che vorrebbe essere invisibile, si ritrova in trappola e su di lui viene costruito il personaggio assassino, mentre il coro popolare, abilmente orchestrato, fa presto a diffondere la voce.

“Sembrava un diavolo, quel ragazzo: aveva un’espressione che chissà che aveva combinato! E certo: se è vero quello che penso, una strage ha fatto!”

Duccio, che ha fatto di tutto per costruirsi una vita onesta, lavorando e studiando e che, una volta in carcere, arriva al punto di deturparsi per far desistere gli altri detenuti dai tentativi di violenza, non ha alcuna speranza se non quella di invecchiare dietro le sbarre.

Mi sembra di sentire il suono del marranzano mentre seguo ogni scena come in un film.

È un libro assolutamente da leggere, utile a tutti per riflettere su tanti comportamenti e su quelle parole che rifiutiamo a ragion veduta, ma che necessitano di un’attenzione particolare.

Ci sono nomi che applichiamo a mo’ di etichetta per incasellare fenomeni, eventi e persone, in modo semplice e immediato, riconoscibili da tutti nel tempo e nello spazio.

Uno di questi è sicuramente OMERTÀ, che usiamo per indicare la bocca cucita, il silenzio assoluto a favore del malavitoso di turno, del capobastone che continua a tirare il filo dei burattini e a governare a suo piacere macchiandosi di crimini orrendi.

Leggendo “La giostra dei pellicani” la parola “omertà” finisce con l’assumere il significato di RINUNCIA e di PROTEZIONE, ben lontani da sinonimi a cui avremmo mai potuto pensare. Non si tratta di edulcorare l’efferatezza delle azioni criminose, ma di guardare alla vita di Duccio Nucella come al capro espiatorio che, per salvare la vita dei suoi cari, deve rinunciare alla propria, alla realizzazione dei suoi sogni, all’amore, alla libertà.

Omertà allora, se non ha pieno diritto di accesso al campo delle giustificazioni, lo ha senz’altro in quello della comprensione. Sì, possiamo prendere con noi il significato della rinuncia, la paura di danneggiare i propri cari e continuare a provare solo RABBIA per quel senso di impotenza che ci accompagna dinanzi alle ingiustizie.

Possiamo altresì lottare perché qualcosa cambi, con la stessa determinazione di Biagio Munzone, il giornalista che in questo romanzo giura di impegnarsi tutta la vita per tirar fuori dal carcere Duccio e di scrivere un libro per far sapere a tutti chi sono “i bastardi vigliacchi che distruggono la Calabria e il futuro dei suoi giovani.”

“Don Michele Cittarà e i suoi picciotti sono come vermi e mosche carnaie sulla carcassa marcita che è diventata questa zona, contaminata da rapimenti, dilaniata da estorsioni, attentati e ricatti: una carcassa che non puzza di carne andata a male, ma

degli acidi sui pellami lavorati nelle concerie del paese e della resina degli alberi dati a fuoco per prendersi le terre.”

Sicilia
Burgio, 1946

Il capostazione Angelo Nucella assiste per caso all’uccisione della cognata Masina, colpita nell’agguato al candidato sindaco delle prime elezioni del dopoguerra. L’allontanamento è l’unica via per proteggere la famiglia.

Aspromonte, 1958
Michele Cittarà è un capobastone e vuole uccidere il sindacalista “Stalin”. Per questo, sotto ricatto, costringe all’azione ‘u Zzoppu, Pino, il maggiore dei figli di Nucella.
Sul posto dell’omicidio, però, il complice Milòrdu fredda due carabinieri in pattuglia, esponendo la ‘ndrina a controlli e arresti.
Duccio, il più piccolo della famiglia Nucella, diventerà il capro espiatorio della strage.
Il giornalista Biagio Munzone è un uomo concreto e disposto a tutto per scoprire la verità, ma Cittarà, forte del suo potere, non può permettere che i giornali arrivino a conclusioni avverse.
Per questo, Munzone lascia la Calabria.

Anni dopo, il giornalista riceve una missiva firmata da Un pellicano. L’assassino del sindacalista è ancora libero e in carcere c’è solo un uomo innocente.
La verità deve uscir fuori e per questo, nel 1998, Munzone si rimette a lavoro per salvare Duccio e redimere il nome della sua famiglia.

Ernesto Berretti è nato a Catania nel 1968.
Da maggio a dicembre del ’95 con la Guardia di Finanza è stato Basco blu nella UEO Danube Mission, a Calafat. L’operazione di polizia doganale fu istituita per favorire la pacificazione nei territori dell’ex Jugoslavia, con l’incessante controllo del traffico fluviale sul Danubio in attuazione dell’embargo disposto dall’ONU.
Alcuni suoi racconti completano raccolte edite da case editrici, enti pubblici e associazioni culturali.

Autore: Ernesto Berretti
Editore: Watson
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 14 dicembre 2022
Pagine: Brossura
EAN: 9791281006133

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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