Essere figlio di Oscar Wilde, Vyvyan Holland

Essere figlio di Oscar Wilde – Il grande scrittore e la sua famiglia nel racconto inedito del secondogenito Vyvyan -Holland. A cura di Merlin Holland. La lepre edizioni.

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Non importa chi fosse mio padre; importa ciò che mi ricordo che fosse.”

Anne Sexton

Essere figli di una celebrità, a prescindere dal motivo che ha contribuito alla sua fama, in ogni tempo, è sempre stato considerato un vantaggio. Ma si sa, ogni regola ha un’eccezione che la conferma: e il vissuto di Oscar Wilde, noto scrittore irlandese, nato nel 1854 e morto nel 1900, all’età di soli 46 anni, ha inciso notevolmente sull’esistenza dei suoi due figli, Cyril e Vyvyan, che, giovanissimi, sono stati costretti a sobbarcarsi il pesante onere di un fatto reputato scandaloso in piena epoca vittoriana. L’arresto del loro amato genitore muta radicalmente le loro vite, e segna profondamente la loro anima e il loro futuro. Tanto è stato scritto post mortem su Oscar Wilde; molte notizie sono state falsate, travisate, riportate in modo erroneo. Ma Vyvyan, il secondogenito del famoso scrittore, decide di dare la sua versione dei fatti, in seguito a un sogno in cui gli appare la madre che gli dice:

Voglio che racconti la storia della tua infanzia e della solitudine provata nell’essere figlio di Oscar Wilde nei giorni lontani in cui lui era ancora vivo o in quelli subito dopo la sua morte. Forse qualcuno ti biasimerà per questo, ma molti approveranno il tuo sacrificio. Oltretutto, anche tu hai un figlio, questo lo devi anche a lui.”

I ricordi sono nitidi, e le descrizioni, a partire dalla prima infanzia, sono precise e minuziose.

“La casa era spesso piena di celebrità del mondo della letteratura, del teatro e dell’arte del momento, forse perciò io e Cyril evitavamo di entrare in salotto quando giocavamo. Gli adulti di quella generazione erano inclini a prendersi troppo sul serio. C’erano delle eccezioni, naturalmente, e tra queste spiccava mio padre. Tra gli irlandesi che frequentavano casa c’erano anche dei gay, ma c’era una cerchia di amicizie acquisite attraverso il matrimonio con mia madre che non comprendeva né approvava mio padre e il suo giro.”

Ma come si comportava l’esuberante scrittore con i suoi figli? Era presente? Severo? Austero? Amorevole? Complice? Anche in questo caso le reminiscenze appaiono senza ombre, ma con tanta malinconia…

“È stato solo in quei primi anni che sono stato con mio padre, dopo il 1895 non l’ho mai più visto. La maggior parte dei ragazzi adora il proprio padre e noi adoravamo il nostro e, come tutti i bravi papà, lui per noi era un eroe. Era alto e distinto e, ai nostri occhi acritici, era tanto bello. In lui non c’era niente del mostro che alcune persone, che non lo hanno mai conosciuto e nemmeno mai visto, hanno cercato di farlo diventare. Era un vero compagno per noi e abbiamo sempre aspettato con ansia le sue frequenti visite in cameretta. Molti genitori, all’epoca, erano troppo severi con i loro bambini, insistevano come tromboni pretendendo un rispetto che magari non meritavano. Mio padre era diverso: nella sua natura c’era così tanto del fanciullo che si divertiva a giocare con i nostri giocattoli. Si metteva a quattro zampe sul pavimento della cameretta e si trasformava una volta in un leone, un’alta volta in un lupo o ancora in un cavallo, senza curarsi del suo aspetto solitamente immacolato. Era sempre molto entusiasta di giocare con noi (…). Quando si stancava di giocare, ci teneva quieti raccontandoci delle favole o delle storie avventurose, di cui aveva una scorta infinita (…). Mio padre viveva nel suo mondo, un mondo artificiale, forse, ma in cui le uniche cose che contavano davvero erano l’arte e la bellezza in tutte le loro forme. Questo gli conferì quell’orrore della convenzionalità che alla fine lo distrusse.”

L’idillio della famiglia serena termina il 5 aprile 1895, quando Wilde viene arrestato, giudicato colpevole e condannato ai lavori forzati per la sua omosessualità. La conseguenza è il peregrinare per l’Europa dei ragazzi e della loro madre, per arginare e dimenticare lo scandalo che si è abbattuto sulla loro vita. E il ramo materno di quella onorata famiglia decide il da farsi.

“…io e mio fratello fummo chiamati nella sala da pranzo che mio zio usava anche come studio. Ci fu chiesto di sederci e poi fummo informati che da quel momento il nostro cognome non sarebbe stato più Wilde, ma sarebbe stato Holland. Ci fu detto di fare pratica nello scrivere il nostro nuovo nome e ci fu dato una specie di documento da firmare (…). Ci fu detto anche di dimenticare di aver mai portato il nome Wilde e di non menzionarlo mai a nessuno.”

Come può un ragazzino convivere e sopravvivere a un dolore simile? Veder cancellate le proprie origini, essere costretto ad isolarsi, a cambiare di continuo abitazione, scuola, amicizie, lingua, abitudini, lontano dai punti di riferimento fondamentali, per imposizione di terzi, è disumano, a qualsiasi età.

E lui, Oscar, quanto ha sofferto per la sua prigionia e soprattutto per il distacco dai suoi cari? Cosa ha provato mentre scontava la sua condanna? Quante e quali emozioni ha dovuto reprimere? Questo, non potremo mai saperlo veramente, possiamo solo limitarci a far correre la nostra immaginazione in merito.

Di tutto questo dolore, celato, taciuto e sopportato con amarezza, ci restano tante opere straordinarie, frutto di una mente evidentemente troppo avanti per un’epoca ancora estremamente chiusa e troppo legata a un’apparenza formale e limitante.

Oggi tutto questo può sembrarci assurdo e inconcepibile, ma alcune scelte, anche se strettamente personali, sono state sempre condannate nel corso dei secoli. A noi l’onere e l’onore di custodire e proteggere il concetto di libertà, inteso nelle sue molteplici sfumature, nel rispetto comune e per il bene di ciascun individuo.

La mia vita, nel complesso, è stata dominata dalla dissimulazione e dalla repressione. I misi discendenti non soffriranno come ho sofferto io, perché si allontanano sempre di più dall’epoca in cui è avvenuta la tragedia vera e propria (…). È stata una crudele ironia che Oscar Wilde sia stato scelto dal destino per soffrire al posto di tutti gli innumerevoli artisti che, prima e dopo di lui, hanno condiviso la sua fragilità.”

“Quindi, data la mia buona salute, una bella casa piena di libri, la sicurezza di un buon pasto con la mia famiglia o con i miei amici, con chi mi cambierei? Quando mi sento depresso, conto le mie benedizioni una ad una e sento di essere un uomo felice, di non avere nulla da rimproverare al destino, che a volte mi ha quasi schiacciato, ma che alla fine mi ha lasciato, per così dire, spiaggiato sulle rive del tempo nella calda luce del sole.”

La pesante ombra dello scandalo che colpì il padre all’apice del successo trasformò un’infanzia felice in un susseguirsi di eventi dolorosi, di avversità e rinunce. Holland non cede mai al rancore o all’autocommiserazione, dà invece vita a un gioiello, che permetterà a tutti i lettori, agli studiosi e agli appassionati del celebre scrittore di rileggere la sua vita da una prospettiva diversa, mettendone in luce aspetti sconosciuti e sorprendenti. Emerge anche l’importanza e la forza d’animo della figura della moglie di Oscar, Constance Lloyd. Completano il libro quattro racconti inediti che Wilde inventò ed espose oralmente in una delle tante occasioni di convivialità e un carteggio epistolare di notevole interesse. «In queste pagine ho provato a spiegare cosa vuol dire essere figlio di Oscar Wilde» scrive l’Autore, costretto a cambiare il proprio cognome da Wilde a Holland. E ancora: «Questa non è una storia allegra o divertente. Penso, tuttavia, che debba essere scritta come parte dell’intera tragica storia di Oscar Wilde».

Vyvyan Beresford Holland , nato Vyvyan Oscar Beresford Wilde (3 novembre 1886-10 ottobre 1967) è stato un autore e traduttore inglese. Era il secondogenito del drammaturgo irlandese Oscar Wilde e Constance Lloyd e aveva un fratello, Cyril. Merlin, curatore del libro Essere figlio di Oscar Wilde, era suo figlio.

Autore: Vyvyan Holland
Editore: La Lepre Edizioni
Collana: Visioni
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 21 aprile 2023
Pagine: 312 p., Brossura
EAN: 9791280961129

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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