Grazie, strega di Mauro Resta. Recensione

Grazie, strega di Mauro Resta

Grazie, Strega un thriller di Mauro Resta. Edito Viola Editrice.

Descrizione

È il 1991. In un agosto dal clima tropicale, con giornate torride e potenti acquazzoni notturni, si incrociano casualmente tre esistenze straziate. Diego è un alcolista che cerca conforto nel fondo delle bottiglie dopo l’improvvisa disgregazione della sua vita ordinariamente felice, divisa tra la famiglia e la squadra amatoriale di rugby. Laura è una quindicenne di Castellamonte in fuga da un rapporto con i propri genitori. Marco è un minuto ragazzino di undici anni. È cieco. Vive a Roccapiccola e proprio lì, i destini dei tre protagonisti si intrecciano con quello del boss di una piccola organizzazione criminale. “Grazie, strega” racconta la nascita del profondo legame affettivo che cambierà definitivamente le vite dei tre protagonisti

Recensione

L’immagine in copertina, tre paia di scarpe e il nero riflesso di una figura umana che impugna un’arma sporca di sangue, è solo un accenno alle scene del thriller che mi preparo a leggere: il mio genere preferito.
L’avvio del romanzo però mi lascia alquanto perplessa per le descrizioni minuziose, autoptiche mi verrebbe da definirle, della scena del crimine. Ho l’impressione di essere davanti a un pulp che non amo e che lascerei subito, ma sarebbe un errore, perché ancora qualche pagina e il romanzo mi conquisterà in un crescendo emotivo, fino alla fine.
Diego, Marco e Laura sono i personaggi principali, le cui vite s’intrecciano in storie di inquietante ordinarietà.
Ciascun protagonista ha il suo dramma personale e i singoli capitoli, in cui la narrazione è incentrata sulla storia individuale, consentono una ben definita caratterizzazione dei personaggi.
È come entrare e uscire da incubi diversi.
La figura di Diego, un gigante di più di centocinque chili, è quella che resta più a lungo nel mistero, anche quando, in una pagina ricca di anafore, l’autore ci svela il retroscena doloroso della sua vita: “C’era stato un momento indefinito nella storia …” “la figlia … acido fluoridrico”.
“Negli ultimi tre mesi ha incominciato a bere. In principio per ricordare, non per dimenticare.”
“La morte non fa sconti” neanche a Laura, la quindicenne in fuga dalla sua famiglia, dispersa in un dolore mal ricucito, che vive il presente con le immagini della propria vita che le scorrono nella mente, in un alternarsi di dolore, sorpresa e angoscia.
È con Marco, però, che la partecipazione emotiva registra un crescendo inatteso, quasi un punto di non ritorno dinanzi a questo scricciolo cieco di undici anni che assiste un’anziana parente legata alla vita da una bombola d’ossigeno. Le sue difficoltà di non vedente vanno dritte al cuore, quando il nostro piccolo eroe lotta contro la cattiveria dei bulli per superare ogni ostacolo e far ritorno dalla zia per farla respirare. Non c’è nessun altro che possa farlo al suo posto.
“Marco aveva stretto una sorta di patto con la nonna acquisita costituendo un unico fronte solidale per prendersi cura l’uno dell’altra e della mamma.”
“La cecità, … aveva generato, in lui, una personalità di tipo ricettivo: non entrava nella sfera intima degli altri, ma era disposto a lasciare che gli altri invadessero la sua. Lasciava che gli altri gli portassero gli stimoli dall’esterno…”
La sequenza di azioni di Marco al rallentatore ci conquista, e ci ritroviamo con Nanna a “seguirlo con lo sguardo in tutte queste operazioni con un traboccante senso di fierezza” che ci fa battere il cuore.
Sembra di essere davanti alle scatole cinesi di drammi ad incastro. Sentimenti e amicizie s’affacciano tra le avversità, mentre i fotogrammi nella memoria dei tre protagonisti ci guidano nella ricostruzione delle tragedie personali, in un continuo andirivieni tra passato e presente.
Sarà l’incontro con Laura e Marco a regalare a Diego una parentesi di “felicità”? Riusciranno i due ragazzi a raccogliere dentro di lui le briciole di emotività sopravvissute all’incidente della figlia?
La lettura è scorrevole, ma le continue similitudini guidano a volte in modo eccessivo la costruzione delle immagini mentali. È come seguire un film che lascia poco spazio allo spettatore.
La descrizione di situazioni strane, che esulano dalla quotidianità, a volte diverte, altre inquieta o ci lascia alquanto perplessi.
“Riscontra un lacerto pendente dal bicipite del braccio sinistro, che decide irresponsabilmente di strapparsi via con forza”.
“… sono rimasti due mini-wurstel intinti nel ketchup, uno coricato e l’altro curiosamente in piedi. Hanno le unghie.”
“… come un caciocavallo impiccato, si sta affumicando, …”

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

  • Editore: Viola Editrice
  • Data di Pubblicazione: aprile 2021
  • EAN: 9788831250535
  • ISBN: 8831250531
  • Formato: brossura

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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