Il giorno mangia la notte di Silvia Bottani

Il giorno mangia la notte

Silvia Bottani
Sullo sfondo di una Milano buia e perturbante, le vite di Naima, ragazza marocchina con la passione per la kick boxe che lavora come insegnante di sostegno in una scuola elementare, Giorgio, ex pubblicitario dipendente dall’alcol e separato dalla moglie, e suo figlio Stefano, giovane avvocato rampante e militante neofascista, si intrecciano per caso, dopo un incidente, portando a galla una dura realtà segnata da contraddizioni e mescolanze.

Introduzione

Che cosa significa essere cittadino italiano ? L’Italia è il paese della bellezza, della cultura e dell’ accoglienza . Sempre più spesso tuttavia abbiamo un concetto personale dell’ accogliere che non significa soltanto prendersi cura ma soprattutto integrare. L’integrazione sociale è un concetto complesso che riguarda non solo la condivisione ma anche la mentalità . Le pagine di storia sono l’inconfutabile testimonianza di quanto può essere crudele l’essere umano soprattutto con chi giudica diverso . Il peso dello sguardo non è cambiato nei secoli , come se essere diverso fosse una colpa . Le ideologie plasmano e confondono l’essere che rinnega la primordiale essenza di umanità . C’è un credo non scritto secondo cui ci si regola su cosa fare , chi frequentare , chi essere e anche chi amare . Spesso il cuore però prende strade ignote incomprensibili alla ragione e sono quelle tortuose vie che ci permettono di essere realmente vivi . La diversità è un arricchimento perchè significa un’ altra storia da raccontare e anche quando il racconto può essere lo stesso ecco che lo sguardo muta perchè le cose se viste in due regalano una prospettiva diversa . Se solo si capisse che anche tra noi siamo diversi , nessuna vera comunità può azzerare le differenze , solo l’accettazione . Dovremmo imparare quindi il rispetto delle storie perchè nessuno ha scelto di nascere nella propria patria , è accaduto , è destino , alcuni trovano lì il proprio posto nel mondo altri lo devono cercare in quell’ altrove smisurato dove si annega si respinge si sfrutta ma si tende anche una mano . Non tutti riescono ad arrivare alla meta ma si danno una possibilità . Silvia Bottani con il suo esordio Il giorno mangia la notte ci ricorda che tutti noi abbiamo un inferno personale , ognuno con i nostri gironi , forse il sogno è un’ irrealizzabile utopia ma ci illudiamo che almeno lì in quella luce del mare metaforico della speranza , demoni e fantasmi non ci possano seguire .

Aneddoti personali

Sono particolarmente contento di recensire questo romanzo perchè non solo ho imparato ad apprezzare la casa editrice ma ho potuto l’autrice ,una ragazza con grandi valori e preparazione culturale . Se questo è l’esordio le auguro una lunga vita nella scrittura perchè è di queste voci che abbiamo sempre più bisogno

Recensione

Milano è stata lo scenario di tanti romanzi ma qui l’autrice prende in prestito la nebbia che si trasferisce dal cielo alle pennellate descrittive delle personalità dei personaggi ,schiavi di dualismi e binomi che li rendono aggrappati alle loro credenze . La copertina riassume già l’essenza del libro , una ragazza di origine marocchina che collega involontariamente altri due punti ma è quando anche lei diventa uno di questi punti che la storia acquisisce i suoi toni cupi e regala al lettore risvolti inaspettati . Giorgio , Stefano e Naima sono tre anime allo sbando che non possono essere più diverse ma il destino per loro ha in mente altro e solo uniti possono raccontarsi e ritrovarsi . Per ritrovare se stessi però bisogna essere disposti a perdere qualcosa o qualcuno , perchè tutti i cambiamenti devono passare inevitabilmente per il dolore . Il romanzo si collega a un altro di Maria Venturi dove le due protagoniste Alyssa e Cosima devono combattere i pregiudizi del colore della pelle e delle origini, ma Il giorno mangia la notte non è il tipico romanzo sul razzismo , è più psicologico , condivide infatti con quello della Venturi un elemento importante : tutti i personaggi devono imparare a non buttare la luna , a non aver paura delle loro fragilità ed emozioni . Questo è un esordio potente perchè la scrittura è viva e si annida perfettamente nei meandri della città notturna , qua e là il linguaggio si sporca non solo per rendere realistica la narrazione ma anche per soffermarsi ulteriormente sulla perdizione e i barcollamenti . Il titolo è in questo caso emblematico perchè indica non solo il susseguirsi delle giornate , lo scorrere veloce del tempo ma anche la spaccatura dell’ animo dell’ essere umano . Uno scontro tra luci e ombre senza esclusioni di colpi . L’autrice racconta con maestria la quotidianità toccando tematiche importanti come l’integrazione , il gioco d’azzardo , le lotte politiche e la corruzione . Giorgio è un ex pubblicitario fallito che cerca un modo per riprendersi la sua vita ma le carte e lo bottiglie sono dietro l’angolo e come ossessive tentazioni lo conducono in una strada senza ritorno . Stefano è il figlio di Giorgio apparentemente più responsabile del padre , è praticante in uno studio legale. Il giovane è brillante ma ha un’ anima nera è nazifascista colpisce le minoranze , i più deboli , i diversi che non corrispondono al suo ideale di società integra . Tutto questo fino a quando non incontra Naima una ragazza italiana di origine marocchina che insegna a scuola e ha la passione per la kickboxing Picchia forte Naima per sconfiggere tutti i nemici , il sacco diventa una proiezione della sua anima divisa tra due culture e gli altri , combatte i suoi demoni interni che la rendono imperscrutabile anche a lui che fatica a trovare la chiave di lettura della sua anima . Un falco e un lupo che si trovano divisi ma che inaspettatamente si trovano travolti dal più puro degli incantesimi : l’amore . Il giorno e la notte acquisiscono quindi un nuovo significato . Il romanzo è costituito da trenta capitoli di media lunghezza che hanno la particolarità di essere frammentati , raccontano un pò di ognuno ogni volta fino a quando solo alla fine si costruisce l’immagine intera . I dialoghi sono pochi , non sono mai banali e servono solo per ferire o squarciare l’anima . La parola ha un peso e giudica mentre l’autrice lascia personaggi e lettori in sospensione per raccontare ognuno una verità diversa. Trova un modo di comunicare nella lotta . La parola divide , il corpo unisce . Lo scontro diventa un incontro meta comunicativo che azzera le differenze. Stremati dalla fatica i corpi si uniscono si trovano e si riconoscono . Tra amori travolgenti , folli cinismi omosessualità represse e misteri irrisolti l’autrice regala ai suoi personaggi una terza via da percorrere che nella sua visione è quella che dà veramente la salvezza, una possibilità concreta di ricominciare .

Conclusioni

Consiglio questo libro veramente a tutti coloro che amano le letture alternative e sorprendenti .

Recensione di Francesco De Filippi