La società dell’immagine, Vizi e virtù

La società dell'immagine
Immagine di Lara Michelotti. Tutti i diritti sono riservati alla stessa.

Gli anni 2000 hanno cambiato radicalmente la comunicazione.
Un’immagine ben costruita, posta nella giusta prospettiva può dichiarare senza tema di smentita che ciò che stiamo asserendo è vero.
L’occhio porta al cervello in maniera diretta l’immagine, il pensiero viene dopo. Non a caso nel marketing digitale viene usata l’immagine come mezzo primario di attrazione.
L’immagine colpisce la mente inconscia, tanto che se incontri un personaggio visto sul web al ristorante, stai tutto il tempo a chiederti dove l’avrò incontrato? Invece non è altro che un ricordo che la tua mente inconscia ti porta davanti.
Il tuo inconscio, quando meno te l’aspetti porta alla tua mente un’immagine, un pensiero e anche un paradigma sociale che altri hanno preparato per manipolare la tua mente. Il condividere continuamente foto in cui si appare come vincente, con una vita interessante tra amici, vacanze e ristoranti alla moda, diventa un modo di identificazione sociale che non ti appartiene, ma semplicemente ti permette di sentirti integrato nel tuo mondo sociale. Il tuo mondo sociale non è stato creato da te, ma da tutto quello che compare sottoforma di immagini, video e altri messaggi pubblicitari che diventano con il tempo subliminali. Esempio lampante è il fotografare il cibo se si va a cena fuori. Inconsciamente con questo gesto ti identifichi in un gruppo sociale.
Altra conseguenza non da poco è l’invidia sociale che costruisce campagne di odio verso i personaggi famosi o quelle persone che appaiono agli occhi dei già menzionati odiatori seriali, ciò che loro non possono essere.
Ma la libertà, l’unicità dell’essere umano dove sono finiti? Perché mai per sentirmi bene e parte di un gruppo devo omologarmi?
Le immagini quando si iscrivono nella nostra memoria, contribuiscono ad arricchire l’archivio che la nostra coscienza maneggia per distinguere il vero dal falso. Con i media questa facoltà è anestetizzata, quindi permettiamo che una realtà simulata sostituisca quella reale.
Le immagini sparate davanti con forza inaudita, pian piano potrebbero costruire un pensiero su basi fallaci, soprattutto in chi non avendo attitudine alla lettura e all’approfondimento tende a prendere tutto per oro colato.
Si pensi alla pandemia, i fruitori ultimi spesso hanno preferito credere alle immagini, ai video magari costruiti ad arte, per sentirsi in grado di controbattere la scienza, la medicina e anche il buon senso.
Allo stesso modo la tv ha veicolato il pensiero delle precedenti generazioni. La falsa propaganda ha formato il pensiero in epoca fascista.

Un’immagine può essere intera, oppure un piccolo frammento che ci fa comunicare ciò che vogliamo che arrivi all’enorme pubblico potenziale che il web, i social media ci mette a disposizione.
L’immagine si disgiunge ed è molto più potente della parola scritta, spesso la parola scritta viene ignorata a favore dell’immagine.
Questo è certamente un modo diretto per proporre prodotti, servizi o altro come azienda, ma dal punto di vista socioculturale diventa un problema non da poco.
Se tutto è immagine come distinguere il fallace dal reale?
Come dare il valore giusto a ciò che ci viene proposto?
Come distinguere tra visione e visione, attribuendo ad esse una certa fattura, una significazione, una presa dal reale?
La prevalenza del visivo nella rappresentazione del vero nei social e nella comunicazione in generale, non ci pone quindi in una posizione acritica, in quanto l’immagine colpisce l’occhio ma soprattutto la mente?
Internet può smettere di essere una risorsa e diventare un manipolatore?
L’uso sistematico della fake news può manipolare il pensare di chi usa i social per divertimento e senza soffermarsi alle parole, alle mancanze, al vero messaggio che tale notizia falsa vuole instillare nel fruitore finale: l’utente dei social?
L’utilizzo di immagini che bypassano il pensiero, diventando quasi subliminali, come del resto la pubblicità che ci porta a desiderare ciò che non ci serve, oppure la semplice disposizione della merce nei supermercati e centri commerciali, potrebbero e forse lo stanno già facendo: manipolare il pensiero, l’opinione politica, possono distruggere una reputazione oppure possono creare un mito. Possono far diventare un deficiente un grande guru e uno studioso, uno scienziato un deficiente.
La manipolazione mentale del web ha poteri illimitati, anche un semplice meme che inizialmente potrebbe sembrare divertente sta veicolando alla mente un messaggio preciso.
L’uso di internet da parte della politica, dei personaggi potenti potrebbe diventare un rischio per la democrazia?

Elisa Santucci

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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