La zona cieca
Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Partita come giovanissima speaker radiofonica, ha collaborato con «Il Giornale» e nel 1996 ha vinto il Premio di giovane critica Grinzane Cavour, promosso da «La Repubblica».
Ha esordito nel 1999 con Una vita sottile (Marsilio, premio Opera prima Orient-Express, Un libro per l’estate e Librai di Padova), seguito da Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2002), La zona cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello), Le luci nelle case degli altri (Mondadori 2010), L’amore, quando c’era (Mondadori 2012), Quattro etti d’amore, grazie (Mondadori 2013), Per dieci minuti (Feltrinelli 2013). Altre sue opere sono: Avrò cura di te (Longanesi 2014) scritto con Massimo Gramellini, Adesso (Feltrinelli 2016), Qualcosa (Longanesi 2017) e L’isola dell’abbandono (Feltrinelli 2019).
È inoltre autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici come Quarto piano scala a destra su Rai Tre e Io, Chiara e L’Oscuro su Radio Due. Ha condotto anche il contenitore culturale Duende per l’emittente televisiva lombarda Seimilano. Collabora con «La Stampa» e «Vanity Fair» e ha un blog sul sito di «Io Donna» e del «Corriere della Sera».
Ha diretto a Roma il laboratorio di scrittura creativa “Il calamaio”.
I suoi romanzi sono tradotti in quattordici paesi e sono stati a lungo in vetta alle classifiche in Spagna e America latina.
Introduzione
“Io acconsentivo, com’è nella mia natura: non tanto per sottomissione,ma sempre per quel mio solito vizio, perché non esistessero scarti
fra il desiderio e l’azione delle persone con cui avevo a che fare”
Leggere “La zona cieca” di Chiara Gamberale è stato un salto ad ostacoli.
Sì…proprio un salto ad ostacoli perché dopo un inizio in cui sembra di essere in un romanzetto americano, stile Danielle Steel, ci troviamo coinvolti in un susseguirsi di emozioni e di vicende così contorto e articolato da mettere alla prova anche chi, come me, difficilmente si arrende!
Recensione
La relazione fra Lidia, che conduce un programma radiofonico, e Lorenzo, scrittore alla ricerca dell’ispirazione che lo porti alla consacrazione definitiva, è complessa e mutevole.Lei, reduce da esperienze difficili di ricoveri in una clinica psichiatrica, cerca apparentemente la stabilità, il grande amore. Lui, eternamente avviluppato nel suo travaglio interiore, si fa amare e, a modo suo, tenta di amare questa donna che vuole vedere in lui quello che non esiste realmente.
Lidia e Lorenzo non vivono insieme, eppure dormono quasi sempre insieme, non sono una coppia, eppure fanno le vacanze insieme, hanno amici in comune ma sono l’una dipendente dall’altro.
Ma mentre Lidia aspirerebbe ad avere l’esclusività nella vita affettiva di Lorenzo, lui può mantenere in piedi una relazione con lei solo riservandosi sempre una via di fuga, un’alternativa.
Attraverso il suo programma radiofonico Lidia vede il mondo raccontato dai suoi ascoltatori e si misura quotidianamente con la soggettività delle valutazioni dei comportamenti: esattamente come fa lei con quelli di Lorenzo, al quale attribuisce sentimenti e fragilità che in realtà sono le sue giustificazioni per restare con un uomo che è più un vampiro emozionale che un compagno di vita.
La loro storia non è né breve né banale, ma non rende felice nessuno dei due, perché è una zona cieca, un luogo immaginario dove entrambi reiterano i propri comportamenti autolesionisti ossessivamente, senza riuscire a smettere.
Nel tormentato rapporto di coppia entra un fantasioso sciamano, Brian, che darà anche il nome al cagnolino che si fa adottare da loro.
Brian incarna la fusione delle aspettative reciproche di Lidia e Lorenzo, è il tocco dell’amore sui loro cuori, è il “riequilibratore” delle loro emozioni.
Ma chi è veramente Brian? Cosa c’entra con la zona cieca?
Non lo capirete completamente fino alla fine del romanzo, che si concluderà con una svolta esistenziale, lungi dall’essere una evoluzione per entrambi i protagonisti.
Geniale ancora una volta lo stile Gamberale, che oscilla fra il discorso diretto serrato e il flusso di coscienza, fra lo stile epistolare e quello ironico, come una giostra di parole e di pensieri sulla quale salire è tanto impegnativo quanto adrenalinico.
Conclusioni
Chiara Gamberale è una scrittrice molto particolare: o la si ama o la si detesta.Perché è cervellotica, è emozionale, è contorta.
“La zona cieca” ci mette di fronte a un’esperienza di questo tipo. Durante la lettura talvolta ci si innervosisce, perché la narrazione è martellante nel delineare l’ossessività di certi comportamenti e di certe situazioni.
Ma i suoi personaggi sono reali, come vere sono le loro storie.
Attraverso Lidia e Lorenzo riusciamo a capire che le nostre manie, le nostre nevrosi, le nostre fragilità, le nostre meschinità sono comuni a quelle di tanti altri, non sono inadeguatezze da nascondere.
Perché il bisogno di amore è un bisogno di tutti e non sempre siamo capaci di soddisfarlo con eroismo e comportamenti nobili.
Siamo semplicemente, fragilmente esseri umani…e Chiara Gamberale, come pochi scrittori, ce lo fa sentire in ogni suo romanzo…che diventa anche parte della storia della nostra vita.
Voto
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Citazioni
“Anche tu sei il mio problema. Io ti sembro tanto sicura di me perché fa comodo a tutti e due che sia così. Ma mi fa paura tutto. Come fai a non rendertene conto? Io l’ho capito chiaramente proprio nei mesi in cui ci eravamo lasciati. Era come se da quando ci eravamo conosciuti in qualche modo mi aspettassi che dovesse succedere.