Lo sciamano, Valerio Mattei

Lo sciamano, Valerio Mattei

“Quando cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano.” Wayne Dyer

Il mio sguardo indugia sulla copertina, affascinato dal titolo, dai colori del cielo e del mare e da quella goccia fluttuante che richiama pensieri profondi.

La goccia a cui il cielo

aveva sempre detto no,

si lasciò cadere in mare…

… e mare diventò.

Sono proprio i versi di Valerio Mattei a venirmi in soccorso per rivelarmi presto il filo conduttore dell’intera narrazione, strutturata in capitoli brevi, che dal sogno lucido introduttivo portano all’epilogo, in una sequenza di passi importanti che rappresentano il cammino di crescita dell’autore, un processo di “trasformazione” che offre tanti spunti di riflessione a ciascuno.

“Lo sciamano”, che dà il titolo al libro, è il nome che Valerio assegna a un “Signore dalle fattezze ambigue, dalla provenienza ignota e dagli occhi profondi, infiammati e infiammanti”, che tra l’altro gli risultava remotamente familiare. È il maestro spirituale che lo guida in un interessante percorso di ricerca di sé, volto alla costruzione di un IO migliore, capace di perdonarsi, di conoscersi, di fissare i propri traguardi nelle relazioni con il mondo, di essere sé stesso sempre e migliorarsi.

Un’esperienza personale, dunque, che nel momento in cui viene rivelata, regala tante pillole di saggezza. Se è vero quanto afferma l’autore, che non serve predicare per costringere gli altri a vedere quello che tu vedi, perché si tratta di un tuo percorso, è però altrettanto vero che nel momento in cui lo si socializza si favorisce nell’altro la riflessione, il confronto, la condivisione, da cui partire per mettersi in ascolto del proprio “io”.

“Le parole sono energia condensata che rimanda ad altra energia in forma di idee, sentimenti, panorami neuro-emozionali.”

“Le parole sono cristalli di intenzione.”

A parlare è l’artista, che impara a venir fuori dal ruolo di sognatore inconcludente e approssimativo, assegnatogli un tempo da chi non era riuscito a comprenderlo, e a utilizzare le note per scolpire il silenzio.

Come non essere d’accordo con lui su questa società che ci vede distratti e distrutti, fatta solo di parole e di muri di telefonini che ci separano, di una rete che ci ingloba, anestetizzando le nostre emozioni.

E il dolore, i limiti, la responsabilità? Per ciascuno una massima che rappresenta una mirabile sintesi del pensiero umano. Solo per citarne alcune:

“I limiti sono catalizzatori di creatività e desiderio…E il padre di tutti i desideri è il desiderio di libertà.”

“Anche la più tragica delle circostanze è una chiave evolutiva.”

“Tocca a noi trasformare il dolore ed è libero chi ce la fa.”

 L’iter da seguire in teoria lo conosciamo in tanti, anche se non so quanto riusciamo a tradurlo in pratica. Valerio lo ribadisce con convinzione, indicandoci i passi necessari: meditazione, introspezione, respirazione, movimento …

Naturalmente quanto detto può già dar l’idea di una lettura piacevole e costruttiva, ma c’è tanto di più, che lascio scoprire ai lettori.

Chi già conosce l’artista avrà modo di apprezzarlo anche nella veste di narratore.

Maria Teresa Lezzi Fiorentino