Papa Formoso, la storia horror del Vaticano

Papa Formoso

Papa Formoso e il suo processo passato tristemente alla storia come il “Sinodo del cadavere” o anche “Concilio Cadaverico.

La storia del Vaticano è da sempre intrisa di misteri oscuri, di scandali talvolta malcelati, di menzogne, strategie e abuso di potere che hanno oscurato quella via che avrebbe dovuto essere luce divina per i fedeli. Tante sono le vicende ancora protette da una barriera impenetrabile di “riservatezza” e omertà, ma altre vicissitudini sono state palesate al mondo intero, lasciandolo basito, interdetto, sbigottito. Una di queste riguarda certamente Papa Formoso e il suo processo passato tristemente alla storia come il “Sinodo del cadavere” o anche “Concilio Cadaverico”. Ma cerchiamo di ricostruire la storia partendo dall’inizio.

Roma. Intorno al IX secolo la situazione politica e religiosa è piuttosto delicata. Tra l’872 e il 965 nella città eterna si susseguono ben ventiquattro papi, alcuni assassinati, altri destituiti. A pari merito, la lotta per il potere nella penisola italiana diviene sempre più spinoso. L’impero carolingio è diviso in due: da un lato, ci sono i Franchi occidentali, francesi, divisi in diversi regni, dall’altro, ci sono i Franchi orientali, i germanici, guidati alla fine dell’800 da Arnolfo di Carinzia, che tra le varie cose, arriva a proclamarsi Re d’Italia e poi anche Imperatore. Questo è un periodo particolarmente buio, in cui il papato raggiunge l’apice del servilismo, restando enormemente influenzato e imbrigliato nelle reti delle famiglie nobiliari potenti e bramose di potere: nessun papa riesce a salire il soglio pontificio senza l’approvazione di casate aristocratiche importanti. Ed è proprio in questo periodo, esattamente nell’ottobre 891, che Formoso viene eletto papa, cento undicesimo nella storia del Vaticano, con l’appoggio del partito filo-germanico che faceva capo a Berengario. A differenza del suo predecessore, Stefano V, romano e di nobile stirpe, il nuovo papa ha una storia personale più articolata. Nato presumibilmente a Roma nell’816, diventa vescovo-cardinale di Portus (l’odierna Fiumicino) nell’864, svolgendo incarichi diplomatici in Bulgaria e in Francia. Secondo le leggi vigenti, il fatto che avesse operato a Portus, costituisce un ostacolo alla nomina di vescovo di Roma, non essendo di fatto possibile la traslazione tra una diocesi e l’altra. Ma visto che già con papa Marino I c’era stata una deroga alla norma, l’irregolarità dell’elezione non fu mai impugnata contro di lui se non dopo la sua morte. Nell’889 Guido da Spoleto, dopo aver sconfitto il rivale Berengario, è incoronato re d’Italia a Pavia e due anni dopo costringe Stefano V a incoronarlo imperatore. Formoso è costretto a riconoscere il ruolo di Guido e a incoronare anche suo figlio Lamberto, associandolo così al trono imperiale. Ma il nuovo pontefice sopporta poco il nuovo re, e decide di rivolgersi ad Arnolfo di Carinzia, re di Germania, affinché liberasse l’Italia e la Santa Sede dai cattivi cristiani. All’inizio dell’894, Arnolfo varca le Alpi in un’azione dimostrativa, volta più che altro a guadagnarsi il rispetto dei principi dell’Italia centrosettentrionale. Verso la fine dello stesso anno, Guido muore improvvisamente, e Lamberto fa presto a reclamare la corona imperiale paterna, costringendo Formoso a procedere in suo favore. Nell’895, Arnolfo torna in Italia, deciso stavolta a riprendersi il suo legittimo titolo di re della penisola, spingendo così gli spoletini a giurare odio eterno nei confronti del papa per il tradimento.

A questo punto, la madre di Lamberto di Spoleto medita vendetta, istigando il popolo romano: il papa viene catturato e rinchiuso nelle prigioni di Castel Sant’Angelo. Arnolfo arriva in soccorso del pontefice e lo libera in cambio dell’incoronazione ad imperatore. Questo episodio genera nuovi scontri nella città di Roma, provocati dalla fazione spoletina. Arnolfo inizia subito una marcia verso Spoleto, pronto ad affrontare Lamberto e sua madre in uno scontro decisivo. Ma il suo viaggio è breve: una grave paralisi lo costringe a fare immediato ritorno in Germania, dove muore poco dopo, lasciando campo libero ai suoi avversari. Circa due mesi dopo, esattamente il 4 aprile 896, anche il papa muore, probabilmente avvelenato, e viene seppellito, come tutti i suoi predecessori, nella basilica di San Pietro. Gli succede Bonifacio VI, che spira dopo solo quindici giorni di pontificato. Ma l’odio della casata spoletina non si placa nemmeno dopo la morte di Formoso, tant’è che nel febbraio 897, Lamberto e sua madre Ageltrude, impongono al nuovo papa, Stefano VI, eletto grazie all’influenza del partito spoletino, di istruire un processo post-mortem al defunto pontefice, affinché tutti i membri ecclesiastici romani lo condannassero come unico traditore della patria. Tale processo prenderà il nome di “Sinodo del cadavere” o “Concilio cadaverico”. Il pontefice defunto viene riesumato, rivestito con i suoi paramenti papali, e il suo corpo in decomposizione, tenuto insieme con delle corde, viene rimesso sul trono pontificio nella basilica di san Giovanni in Laterano e sottoposto a un vero e proprio processo che si svolge nell’arco di tre giorni. La farsa vede da una parte gli accusatori, che chiedono la condanna di Formoso per aver usurpato il titolo di papa a causa di un antico precetto canonico che impediva l’elezione al soglio pontificio a chi fosse già vescovo in un’altra diocesi. Dall’altra c’è la difesa, gestita da un diacono tremante, che puntualmente viene zittito anche dallo stesso Stefano VI. Il cadavere viene riconosciuto colpevole e condannato alla destituzione della sua carica di pontefice. Questo equivale a ritenere nulli tutti i suoi decreti e le nomine sacerdotali. Ma la pena per Formoso non si limita alla sua cancellazione come papa: i prelati riuniti gli strappano i vestiti da dosso, gli amputano le tre dita della mano destra usate nel gesto della benedizione e gettano il corpo nel Tevere.

Ferdinand Gregorovius, storico vissuto nel 1800, ci fornisce un’idea di come andò quel folle processo:

“Il cadavere del papa, strappato alla tomba in cui riposava da otto mesi, fu vestito dei paludamenti pontifici, e deposto sopra un trono nella sala del concilio. L’avvocato di papa Stefano si alzò, si volse verso quella mummia orribile, al cui fianco sedeva un diacono tremante, che doveva fargli da difensore, propose le accuse; e il papa vivente, con furore insano, chiese al morto: “Perché, uomo ambizioso, hai tu usurpato la cattedra apostolica di Roma, tu che eri già vescovo di Porto?”. L’avvocato di Formoso addusse qualcosa in sua difesa, sempre che l’orrore gli abbia permesso di parlare; il cadavere fu riconosciuto colpevole e condannato. Il sinodo sottoscrisse l’atto di deposizione, dannò il papa in eterno e decretò che tutti coloro ai quali egli aveva conferito gli ordini sacerdotali, dovessero essere ordinati di nuovo. I paramenti furono strappai di dosso alla mummia, le recisero le tre dita della mano destra con le quali i Latini sogliono benedire, e con grida barbariche, gettarono il cadavere fuori dall’aula: lo si trascinò per le vie, e, fra le urla della plebaglia, venne gettato nel Tevere.”

L’inconcepibile oltraggio, però, non resta impunito a lungo. Nell’agosto dello stesso anno, lo stesso Stefano VI viene destituito e muore strangolato in carcere. L’anno successivo, Giovanni IX riabilita Formoso, proibisce ogni futuro processo contro persone defunte e annulla tutti gli atti di quella farsa dandoli alle fiamme. Non solo: perdona i prelati presenti al Sinodo in quanto costretti sotto minaccia, e scomunica i promotori. Nel frattempo, le spoglie del papa processato post-mortem, ritrovate per puro caso, fanno ritorno nella basilica di San Pietro. Questa vicenda, tanto assurda quanto infamante, sarebbe rimasta impressa nella memoria collettiva come uno dei più oscuri capitoli nella storia della Chiesa.

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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