Sabato rosso: gli omicidi terribili della storia
IL FIGLIO DI SAM: LA STORIA DI DAVID BERKOWITZ, L’ UOMO CHE PER UN ANNO HA TENUTO SOTTO SCACCO LA CITTÀ DI NEW YORK
Si può privare una persona della propria vita, dei propri sogni, del proprio futuro? Fatti atroci e criminali, possono accadere anche se la vittima non ha compiuto alcun torto nei confronti del carnefice, con cui magari non c’è stata mai alcuna conoscenza e nessuna interazione? Purtroppo sì… E la cronaca nera, ahimè, lo conferma quotidianamente, da tempo immemore. Tanti, troppi, sono i casi di assassini spietati, assetati di sangue innocente, che operano indisturbati mietendo vittime e diffondendo terrore a macchia d’olio. In questa drammatica casistica rientra anche David Berkowitz, noto anche come il “Figlio di Sam” o il “Killer della calibro 44”.
Facciamo un salto indietro nel tempo.
È la sera del 26 luglio 1976 quando la polizia del Bronx viene allertata in seguito all’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco. Donna Lauria e Jody Valenti sono state vittime di un folle. Donna muore, ma Jody è ferita ad una gamba e, sotto choc, può raccontare cosa è successo: mentre stavano chiacchierando in auto, uno sconosciuto si avvicina, estrae una pistola da una busta di carta ed esplode ben cinque colpi. La polizia brancola nel buio. A distanza di circa tre mesi la scena si ripete: un uomo si avvicina a un’auto parcheggiata ed esplode alcuni colpi. Carl Denaro viene colpito alla testa, mentre la sua fidanzata Rosemary Keenan resta illesa. Una nuova sparatoria colpisce Donna DeMasi e Joanne Lumino il 26 novembre. La città ormai vive nel terrore: la polizia non ha elementi concreti e la popolazione vive in preda alla psicosi da serial killer. Il 30 gennaio 1977 viene uccisa Christine Freund e il suo fidanzato, John Diel, resta gravemente ferito. L’8 marzo perde la vita Virginia Voskerichian. Il 16 luglio il killer toglie la vita ad Alexander Esau e a Valentina Suriani, ma in questa circostanza l’assassino lascia una lettera indirizzata al capo della polizia. Il testo integrale dice:
“Salve, Capitano Joe Borrelli. Sono veramente ferito dal fatto che pensiate che io odio le donne. Non è vero. Però io sono un mostro. Io sono il Figlio di Sam. Sono un piccolo monello. Quando il padre Sam beve, diventa malvagio. Picchia la sua famiglia. Delle volte mi porta sul retro della casa. Altre mi chiude a chiave nel garage. Sam ama bere il sangue. Esci e uccidi, comanda padre Sam. Riposa dietro la nostra casa. Soprattutto giovani…violentate e sgozzate… Il loro sangue defluisce… Solo ossa adesso. Padre Sam mi tiene chiuso nell’attico, anche. Non posso uscire, ma guardo dalla finestra il mondo che scorre al di fuori. Mi sento un estraneo. Sono su una lunghezza d’onda diversa da quella di chiunque altro…programmato per uccidere. Comunque, per fermarmi devi uccidermi. Questo è un avviso per la polizia: sparatemi per primi, per uccidermi, o scappate se non volete morire! Padre Sam è vecchio, adesso. Ha bisogno di sangue per preservare la propria giovinezza. Ha frequenti attacchi di cuore. Ugh, fa male, ragazzo mio. Più di tutti mi manca la mia deliziosa principessa. Lei riposa nella nostra casa delle signore. Ma la rivedrò presto. Sono il Mostro… Beelzebub…chebby behemouth. Amo cacciare. Aggirami per le strade cercando un bel gioco, carne da assaggiare. Le donne del Queens sono le migliori. Dovrebbe essere quella l’acqua da bere. Io vivo per cacciare…la mia vita. Sangue per il Padre, Mr. Borrelli, sir, non voglio più uccidere. No, sir, non più. Ma devo: onora tuo padre. Voglio portare amore al mondo. Io amo la gente. Io non appartengo alla terra. Return me to the yahoos. Questo è per la gente del Queens, vi amo. E voglio augurare a tutti una buona Pasqua. Possa Dio benedirvi in questa vita e in quella successiva. Per adesso vi dico arrivederci e buonanotte. Polizia, vi lascio con queste parole: tornerò! Da interpretare come bang, bang, bang, bang…Ugh!
Vostro nell’assassinio, Mr. Mostro.”
Come preannunciato dal killer, altre due vittime cadono sotto i suoi colpi: sono Sal Lupo e Judy Placido. Ma stavolta i malcapitati sono feriti, e riescono a fare una descrizione più dettagliata agli inquirenti, da cui ricavano un identikit più preciso. Purtroppo, la mattanza non si arresta ancora: il 31 luglio, l’assassino uccide Stacy Moskowitz e ferisce Robert Violante. La fortuna sta finalmente abbandonando il pluriomicida: una testimone si è accorta di qualcosa di anomalo, e lo segnala alla polizia; nello specifico partono da un’auto, una Ford Galaxy gialla nella quale, successivamente, viene ritrovata non solo la tristemente famosa pistola Calibro 44, ma anche le mappe dei luoghi delle sparatorie e una nuova lettera indirizzata alle forze dell’ordine. A questo punto non ci sono più dubbi: il figlio di Sam è proprio David Richard Berkowitz. L’arresto viene effettuato il 10 agosto 1977 e il pluriomicida non oppone alcun tipo di resistenza.
Ma qual è la storia di questo assassino?
David nasce il primo giugno 1953 a New York. I genitori naturali non lo vogliono, così, ancora neonato, viene dato in adozione. È un bimbo molto sveglio, con una spiccata intelligenza, ma non tarda a manifestare tendenze preoccupanti: fin da giovanissimo inizia a rubare e ha manie da piromane. Quando ha solo tredici anni, la madre adottiva Pearl, muore a causa di un cancro. Il dolore è inenarrabile, si sente sopraffatto e abbandonato. Della madre dirà:
“Per la maggior parte, mia madre era stata la mia fonte di stabilità. Quando morì la mia vita scivolò piano piano in un baratro. Ero senza speranza e sempre più depresso. Ero più ribelle, e cominciai a non andare più a scuola.”
Poco dopo il padre si risposa, ma la nuova moglie non gradisce la presenza dell’adolescente, cosicché l’uomo decide di andare in Florida con la neo consorte, lasciando il figlio da solo nel Bronx. Il senso di abbandono si riaffaccia nella vita di David. Non ha amici, e anche i rapporti con le donne sono pressoché inesistenti. Nel 1975, ad una festa, conosce un gruppo di ragazzi con inclinazioni sataniste: ci si appassiona fino a divenirne ossessionato: legge la “Bibbia di Satana”, scritta da Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana di San Francisco, e comincia a praticare rituali occulti. È il periodo in cui indirizza una inquietante lettera al padre:
“È fredda e triste, ora, New York, ma va bene, perché questo tempo mi fa sentire…triste. Papà, il mondo sta diventando scuro. Lo sento sempre di più. La gente ha sviluppato un odio nei miei confronti. Non puoi credere quanta gente mi odia. Molte persone vorrebbero uccidermi. Io non le conosco, ma loro vogliono uccidermi. Molti di loro sono giovani. Io cammino lungo la strada, e loro mi sputano e mi danno calci. Le ragazze mi chiamano brutto, e questo mi fa più male. I ragazzi ridono. In ogni modo, presto tutto andrà per il verso giusto.”
A suo dire, i demoni cominciano ad essere sempre più insistenti, e per liberarsi dal loro tormento, deve dar loro ascolto, “sacrificando” una vittima. Nel periodo di Natale del 1975, David colpisce due donne accoltellandole. Successivamente dirà che il coltello non era il tipo di arma adatto a lui: troppa fatica e le vittime urlano e si dimenano. Opterà quindi per la Calibro 44…
L’uomo, dopo l’arresto, viene processato e condannato a 364 anni di reclusione. Si può dire che sia Berkowitz il primo serial killer da quando questo termine è stato coniato. Dopo circa dieci anni di prigionia succede qualcosa:
“Mi sentivo abbattuto e senza speranza, poi un altro prigioniero venne da me mentre camminavo nel cortile della chiesa in una fredda notte d’inverno. Si presentò e mi disse che Gesù Cristo mi amava e voleva perdonarmi. Io pensai che non era vero, non voleva farlo. Lui non aveva niente a che fare con me. Ma l’uomo insistette, e così diventammo amici. Si chiamava Rick, e camminavamo nel cortile insieme. Piano piano mi rivelò la sua vita, e quello che Cristo aveva in serbo per me. Mi disse che non importava quello che avevo fatto, che Gesù Cristo perdona chi si vuole redimere e rimettere alla sua fiducia e a quello che Lui ha fatto morendo per i nostri peccati. Mi presentò il Testamento, e mi chiese di leggere i salmi. Lo feci. Ogni notte li leggo. Il Signore, in quel momento, cominciò a scaldare il mio freddo cuore di pietra.”
Il passo successivo è stato quello di convertirsi al cristianesimo: ha riconosciuto i crimini commessi, ha inviato diverse missive di scuse ai familiari delle vittime e si dice realmente pentito per tutto il dolore che ha inflitto. Svolge diverse attività volte ad aiutare altri carcerati e sostiene di non desiderare la libertà, perché conscio di non meritarla.
Il male prolifera di continuo, non di rado si maschera dietro facce pulite e atteggiamenti gentili. Altre volte colpisce di sorpresa, in modo vile e brutale, generando orrore, sofferenza, rabbia. E una serie infinita di perché che quasi mai trovano risposte logiche ed esaustive. Di fronte a determinati abomini è impossibile capire, e difficile perdonare…