Il lungo occhio di una criminologa. Presentazione libro

Il lungo occhio di una criminologa, Nicoletta Rinaldi. Casa editrice Kimerik. Presentazione libro

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Descrizione libro

Roxana, criminologa esperta e in gamba, innamorata della propria professione, si trova di fronte a quattro casi di omicidi, ognuno diverso dall’altro, ognuno efferato e mosso dalle motivazioni più recondite. La nostra protagonista, abilissima a entrare nella mente degli assassini e il cui occhio vede realmente oltre rispetto a tutti gli altri colleghi, si districherà – con non poche difficoltà – tra le scene del crimine, facendo spesso emergere realtà inimmaginabili e pesanti da digerire e accettare.
Sempre pronta a compiere il proprio dovere con serietà, pone le vittime al primo posto, anche prima della sua stessa vita privata; questo, infatti, è il più grande ostacolo: riuscire a coniugare il lavoro con la propria sfera esistenziale, problematica con cui deve fare i conti ogni giorno. Nonostante ciò, però, Roxana non si arrende e soprattutto non si nega mai, accetta anche di lavorare mentre si trova in ferie o al matrimonio di un’amica, perché, se e quando il dovere chiama, lei risponde sempre presente.
La sua costanza è la sua forza d’animo, la sua arguzia è quel quid in più che le consente di sciogliere il bandolo della matassa. Infine, l’attenzione ai dettagli e la cura verso gli altri la rendono non solo un’ottima investigatrice, ma anche una bellissima persona continuamente al servizio del prossimo.
Nicoletta Rinaldi con questo giallo fa appassionare i lettori e li immerge completamente nella narrazione, attraverso una scrittura semplice e lineare, ma ricca di suspense e colpi di scena.

L’autrice

Nicoletta Rinaldi, nata a Padova nel ‘55, insegnante, imprenditrice, scrittrice, mi ritengo una donna curiosa e pronta sempre a mille sfide.
Provengo da una famiglia di industriali, che sin dalla giovanissima età con serietà e rigore mi hanno insegnato: senso del dovere, rispetto verso gli altri, i valori fondamentali del vivere e l’importanza del lavoro.
Diplomata segretaria d’azienda, ho iniziato a lavorare nell’industria familiare d’arredamento e solo più tardi ho conseguito la maturità Magistrale.
L’insegnamento in alcune scuole private mia ha fornito gli strumenti necessari per rapportarmi coi ragazzi ed il poter esprimere l’amore verso di essi.
Sono stata imprenditrice con una ditta di Complementi d’arredo.
Ho presieduto e fondato, diverse associazioni culturali a Padova ed Abano Terme.
Amo l’arte e la letteratura in tutte le sue forme.
Grazie all’associazionismo ho indetto diversi convegni nel Veneto riguardanti la famiglia, rapporti genitori figli… ed ho iniziato a scrivere su alcuni quotidiani temi riguardanti le problematiche femminili ed altro.
La scrittura mi fa estrapolare ciò che più recondito in me e scrivo, quello che non riuscirei a dire.
Le parole che escono dal foglio sono il frutto del vissuto, della fantasia, della creatività.
Pubblicazioni:
Primo libro – Fiabe di Nicoletta – Edizioni Book Sprint- 2022
Secondo libro – Viaggio nella Fantasia – Casa Editrice KIMERIK 2023
Terzo Libro “Il Lungo Occhio di una Criminologa”. Casa Editrice Kimerik 2023
Altri racconti o fiabe sono stati pubblicati nelle seguenti antologie dopo aver partecipato a
concorsi:
Quello che le Donne raccontano-III edizione – Casa Editrice Kimerik
Viaggi in Europa – Rudis Edizioni
Le Fiabe del caffè – la Luna e il Drago Caffè Letterario
Amore in Lettera – VGS libri
Piccole Pesti Leggono – VII edizione – Casa Editrice Kimerik
Racconti in Libertà – Accornero Edizioni
Racconti Fantasy – Historica – edizione2022
La Botteguccia delle Fiabe – III Edizione- Premio Letterario Nazionale GD Edizioni
Enciclopedia Universale degli Autori Italiani XI Edizione – Casa Editrice Kimerik
Storie D’Amore vol.3 -Historica

Estratto

DELITTO IN ROSSO
Siamo a metà febbraio ed un vento gelido a circa 160Km/h, proveniente Nord/Nord Est, spazza via nelle
strade ogni cosa; è la Bora.
Solitamente, la Bora, a questa velocità fortunatamente avviene sporadicamente ed il vento “catabatico” che
la costituisce è formato da masse d’aria fredde che per azione della forza di gravità scendono a gran
velocità dai rilievi del Carso riversandosi con potenti e turbolenti folate di caduta lungo il Golfo di
Trieste e le coste del medio-alto Adriatico.
La città di Trieste era in tilt, un vento così sferzante e gelido metteva a dura prova i cittadini ed i servizi;
erano ormai giorni che la bora imperversava sulla città.
Tutti si davano un bel daffare per liberare strade da alberi o rami caduti e per il traffico che in queste
occasioni impazzisce.
Sicuramente lo starsene a casa al calduccio, sorseggiando una bevanda calda aiuterebbe chiunque; ma è
altrettanto vero che per espletare i doveri lavorativi le persone devono muoversi.
In una giornata così complicata, una coppia anziana, nel pomeriggio quando sembrava che la bora fosse un
po’ meno impetuosa, si dirigeva verso il “frutariol” (fruttivendolo) ma, delle urla provenienti da un portone
limitrofo lì fece sobbalzare.
Mina, una dolce signora dai capelli bianchi raccolti in uno chignon basso e dalle guance rosee dovute ad un
trucco con una nuova cipria, abbinato ad un leggero tocco di rossetto, rendevano quel viso di piacevole
aspetto.
La donna, s’era stretta a Mario e gli stringeva il braccio come una morsa; sentendo quegli improperi
esagerati e al persistere di quegli schiamazzi, prese il cellulare e chiamò i Carabinieri e disse:
“Sono Mina Diamanti sento delle urla disperate in viale Oleandri 8, fate presto quelli s’ammazzano”
Chiusa la telefonata, si girò di scatto e s’accorse dopo aver sentito un “botto” pauroso che, un capannello di
persone s’era già formato perché dalla finestra del terzo piano era precipitata una giovane che dapprima, fu
fermata per qualche istante da una tenda da sole di un negozio sottostante; in seguito la tenda si strappò e la
povera donna precipitò sul selciato.
La donna, vestita inspiegabilmente con un abito d’altri tempi, un vestito dell’ottocento, di seta color rosso
con sottogonna, respirava ancora.
Il vestito aveva una gonna a tre balze ed al collo, la giovane portava un collarino di perle nero.
I presenti di “stucco” non riuscivano a capacitarsi di quel tipo d’abbigliamento per una ragazza così giovane.
Piena di ecchimosi e con gravi ferite non dovute tutte alla caduta, giaceva al suolo con ancora qualche
inspiegabile anelito di vita.
Fu chiamata l’ambulanza che giunse di lì a poco ed il medico dopo averla intubata e dati i primi soccorsi, la
caricarono sulla lettiga e a sirene spiegate si diressero all’ospedale.
In contemporanea, arrivarono i Carabinieri, il RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) e ROXANA.
Roxana, criminologa, fece qualche domanda alla proprietaria del bar, dove la povera ragazza era precipitata
strappando e squarciando la sua tenda.
La barista rispose a Roxana senza alcuna reticenza.
Forse per il pullulare di gente che a quell’ora frequentavano il Bar per le colazioni, descrisse che purtroppo
oltre alle grida che precedettero la caduta, lei non s’era accorta di nulla anche se non esitò a dire che alcuni
giorni prima, nell’orario serale, sentì delle urla e dei lunghi singhiozzi.

Quando Roxana stava per allontanarsi, la barista la richiamò e disse:
“Signora Roxana, mi scusi, forse non sarà importante ma volevo dirle di un particolare che mi ha lasciata
disorientata. La povera ragazza mentre precipitava nel vuoto non ha proferito parola, sembrava
anestetizzata.”
Roxana, donna appariscente, bellissima ed altissima con una lunga chioma bionda raccolta in una coda, dopo
la laurea ed alcuni Master in Criminologia collaborava con le Forze dell’Ordine anche come security
manager, occupandosi di ricerca scientifica e di sicurezza.
Già da diversi anni si coadiuvava con i RIS e faceva parte d’una équipe per l’accusa o la difesa di vari casi.
Oltre alle adeguate competenze, Roxana, possedeva alcune caratteristiche personali, quali spiccato intuito,
curiosità e grande capacità di osservazione.
Era molto apprezzata dai suoi colleghi, che ne riconoscevano l’intelligenza, le attitudini e la perizia che lei ci
metteva, per indagare un caso.
Come Criminologa investigativa, il suo compito era quello di indagare maggiormente in crimini di matrice
violenta come, omicidio, stalking e violenza sessuale.
Roxana non era una “pivellina” ma una donna di quarantacinque anni con un nutrito curriculum alle spalle e
la definirei un “profiler” come comunemente in America chiamano questi tipi di professionisti.
Lei era abilissima ad entrare nella mente criminale di tanti assassini e di comprenderne il funzionamento
affrontando e considerando tutti i molti aspetti del caso che le veniva sottoposto.
La vita privata di Roxana era ormai ridotta ai minimi termini, in quanto la sua professione che amava con
tutta sé stessa, le lasciava solo piccole briciole e la ricerca della verità nei vari casi, non le dava il tempo di
celebrare feste, domeniche, compleanni …
Lei come ottima investigatrice, non si negava mai, al contrario se era a conoscenza di un caso criminale, si
recava immediatamente nel luogo del misfatto.
Il capo dei RIS, dopo aver fatto i primi rilievi, chiamò Roxana e la invitò a salire nell’appartamento per
ulteriori accertamenti.
Entrambi erano a conoscenza della dichiarazione dell’anatomo patologo presente, che aveva appurato
facendo i primi rilievi, che molte ferite sul corpo della giovane, erano riconducibili a delle percosse
precedenti la caduta.
Immediatamente si escluse che la donna si fosse gettata per un tentato suicidio, ma si trattasse di omicidio.
Tutto doveva essere analizzato sulla scena del crimine, visto che una telefonata al capo dei RIS aveva
comunicato il decesso della sfortunata ragazza.
L’appartamento era sottosopra come se qualcuno avesse rincorso un’altra persona.
Sedie e suppellettili erano caduti al pavimento e nella stanza da letto nella testiera e ai piedi del letto erano
fissate delle manette e catene.
Sul comodino alcuni medicinali erano stati ridotti in polvere per essere mischiati e somministrati.
Sopra al comodino, un accendino ed un attrezzo da cucina, il cannello o bruciatore da cucina, era un utensile
molto utile soprattutto per la preparazione di dolci; ma in quel caso era riconducibile a far torturare la donna.
Furono rinvenute da parte della polizia scientifica, piccole tracce ematiche grazie all’apporto di alcuni
reagenti. Grazie a questi indizi, probabilmente, si sarebbe riusciti a “raccontare” alcuni movimenti compiuti
dall’assassino e dalla vittima coinvolti durante la colluttazione nonché la posizione assunta dalla vittima
rispetto al suo carnefice mentre quest’ultimo la colpiva. E ancora l’arma impiegata e il possibile numero di
colpi inflitti, la direzione degli schizzi ed altro.

Roxana prese degli appunti nel suo taccuino e salutati tutti se ne andò.
Ora la vittima veniva messa nelle mani dell’anatomopatologo nella sala settoria per l’autopsia che sarebbe
stata eseguita dopo 24h.
Il Dott. Kilder rinomato per sua professionalità, alto con occhi di color azzurro intenso, era un tipo assai
bizzarro e sempre pronto alla burla e allo scherzo.
La sua professione scelta con accuratezza sin dai primi anni di liceo, forse proprio per la crudeltà e
l’efferatezza inferta sui corpi che esaminava, gli dava la consapevolezza che la vita la si debba vivere anche
con leggerezza.
Egli indagava sulle cause della morte partendo dall’analisi di cellule e tessuti e il giorno seguente avrebbe
fatto l’autopsia alla ragazza in “rosso” coadiuvata da un tecnico forense.
La criminologa, doveva comprendere il modus operandi preciso e ricorrente dell’assassino che aveva troppe
similitudini con un vecchio caso e il suo compito di restringere il numero dei sospettati per individuare il
colpevole.
Roxana, si lesse ogni piccolo particolare riguardante un omicidio di una sfortunata ragazza, avvenuto alcuni
anni prima che riportava parecchie similitudini con l’odierno e non risolto.
Grazie ad un attento approfondimento della scena del crimine, Roxana iniziò ad esaminare ogni oggetto di
quell’appartamento, per capire ed interpretare le relazioni intercorse tra la vittima e l’aggressore.
Attraverso il case linkage, la criminologa, avviava il procedimento per stabilire eventuali legami con altri
casi in precedenza non correlati.
Furono giorni concitati da parte dei RIS che riscontrarono, particolari assonanti ad altri casi e per appurare il
motivo perché la vittima indossasse quegli abiti.
Se è pur vero che si erano fatti dei passi “avanti”; concretamente non si avevano ancora le prove per
processare ed incriminare l’assassino o gli assassini.
Roxana dal canto suo, non tralasciava niente e studiava il caso tra:
-prove fisiche: dove metteva a confronto i resoconti medico-legali con le prove fisiche presenti
nell’appartamento ed altri casi;
-descrizioni fisiche: dettate dalla similarità tra le descrizioni fisiche del delinquente fornite da testimoni; il
modus operandi o la sua firma dettata da elementi riscontrati;
-analisi della giovane attraverso la similarità o collegamenti tra le vittime, o tra le caratteristiche in base alle
quali le vittime sembrano essere scelte.
-analisi delle ferite: similarità tra le ferite riportate dalla vittima e con riferimento alla loro natura ed
estensione.

  • localizzazione geografica: aggressioni che avvengono nella medesima area o in area con caratteristiche
    simili.
    Tutti questi elementi avevano fornito a Roxana il quadro della situazione e benché vi fossero degli indizi che
    riportavano il misfatto ad uno psicopatico precedentemente arrestato per un crimine similare;
    all’interrogatorio Roxana si convinse che non era lui l’assassino.
    Mille pensieri adombravano la sua mente e Roxana caparbia com’era s’era ripromessa con sé stessa che
    avrebbe trovato il “bandolo della matassa”.
    Il puzzle non s’era composto, alcuni pezzi anche se similari non erano quelli giusti e lei doveva
    assolutamente individuarli.
    Era tardi, erano circa le diciannove, di un sabato sera e tutto sembrava volgere a suo sfavore.

Vari avvenimenti si accavallavano tra di loro non fornendole le risposte che lei si attendeva.
Per scrollarsi di dosso i cattivi pensieri, doveva agire e ritornare lucida per risolvere il caso.
Decisa a “cambiar registro” ritornò a casa, prese l’ascensore, infilò nella toppa le chiavi entrò in salotto con
un gesto meccanico buttò prima le scarpe, poi il cappotto, giacca, camicia, gonna, slip e reggiseno
sparpagliandoli di qua e di là ed imboccò il bagno e la doccia.
Entrò aprì il soffione d’acqua calda ed i getti laterali, accese la radio e si abbandonò sotto ai flutti.
La stanza ben presto si riempì di vapore acqueo che appannò ogni cosa e Roxana non s’accorse che
qualcuno era entrato.
Samuel, non era un ladro o uno stupratore ma semplicemente, era il suo compagno, un pilota d’aerei di linea.
Senza far rumore, sentì lo sciabordio dell’acqua della doccia, e spogliatosi della divisa, si diresse verso il
bagno.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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