Il mistero della camera gialla, Gaston Leroux. Ponte Alle Grazie
“La nostra vita è un’opera magica, che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è ricca quanto più se ne allontana, attuata per occulto e spesso contro l’ordine delle leggi apparenti.”
Gabriele D’ Annunzio
Francia, primi del Novecento: un autunno solito, apparentemente normale, viene stravolto da una notizia che appare sull’edizione della sera del Temps, con esattezza il 25 ottobre 1892:
“Un orrendo delitto è stato appena commesso a Glandier, al limitare della foresta di Santa Genoveffa, sopra Epinay-sur-Orge, a casa del professor Stangerson. Questa notte, mentre il padrone di casa lavorava nel suo laboratorio, qualcuno ha tentato di assassinare la signorina Stangerson, che riposava in una camera attigua al laboratorio. La signorina Stangerson è in prognosi riservata.”
Le urla strazianti della donna hanno fatto accorrere tutti i presenti in quel momento in prossimità di quel lato dell’abitazione. Ma qualcosa di inspiegabile ammanta quella che fin da subito appare come una situazione disperata…
“La porta della camera chiusa a chiave dall’interno, le imposte dell’unica finestra chiuse, anche loro, dall’interno, e sopra le imposte, le inferriate intatte, inferriate attraverso le quali non si può neanche infilare un braccio… E la signorina che chiama aiuto (…). La signorina, in camicia da notte, era per terra, in mezzo a un incredibile disordine. Tavoli e sedie erano stati rovesciati, dimostrando che c’era stata una seria battaglia. Certamente avevano strappato la signorina dal letto; era piena di sangue e aveva dei segni di unghiate terribili sul collo-la pelle del collo era stata quasi strappata- e un foro nella tempia destra dal quale colava un rivolo di sangue che aveva formato una piccola pozza sul pavimento (…). Nessuno sotto il letto, nessuno dietro i mobili, nessuno! Abbiamo ritrovato solo le sue tracce: le impronte insanguinate di una grande mano maschile sulle pareti e sulla porta, un ampio fazzoletto rosso di sangue, privo di iniziali, un vecchio berretto e le impronte fresche, sul pavimento, di numerosi passi umani. L’uomo che aveva camminato là dentro aveva un piede grande, e le suole lasciavano dietro di loro una sorta di scia nerastra. Da dove era passato quell’uomo? Da dove era fuggito? (…) Allora… cominciai a credere al diavolo.”
Le indagini partono immediatamente: è necessario far chiarezza su un caso così delicato quanto apparentemente stravagante. Tra le varie persone che partecipano alla ricerca della verità, c’è anche Joseph Joséphin, conosciuto dai più come Rouletabille, un giovane ragazzo dall’intelligenza vivace e pronta. Ingaggiato dal caporedattore del giornale “Epoque”, viene dallo stesso incaricato di andare a fare un sopralluogo al castello di Glandier per cercare di far luce su quella vicenda che fa discutere tutti e da tutti soprannominato “il mistero della camera gialla”. Ben presto, emerge che la signorina Stangerson, ormai trentacinquenne, avrebbe dovuto sposarsi con Robert Darzac ma, improvvisamente, confessa all’amato padre di aver cambiato idea, perché ormai si reputa troppo vecchia per convolare a giuste nozze. Non solo: appare evidente che in quella casa onorata e rispettabile, oltre al crimine di sangue sia stato commesso anche un furto. Alcuni importanti documenti sono stati trafugati, lasciando il professor Stangerson interdetto e ulteriormente addolorato.
“È una perdita irreparabile per noi e, oserei dire, per la scienza. Tutte le tappe attraverso le quali sono dovuto passare per arrivare alla prova decisiva dell’annientamento della materia erano state da noi scrupolosamente enunciate, etichettate, annotate, illustrate con fotografie e disegni. Tutto questo era sistemato lì. I progetti di tre nuove apparecchiature: una per studiare la dispersione, sotto l’influsso della luce ultravioletta, di corpi precedentemente elettrizzati; un’altra che doveva rendere visibile la dispersione elettrica sotto l’azione delle particelle di materia dissociata contenute nei gas delle fiamme; una terza, un nuovo elettroscopio condensatore differenziale, molto ingegnoso; tutta la raccolta dei nostri grafici traduttori delle proprietà fondamentali della sostanza intermedia tra la materia ponderabile e l’etere imponderabile; venti anni di esperimenti sulla chimica informatica e sugli equilibri ignorati della materia; un manoscritto che volevo far pubblicare (…). Cosa dire? L’uomo che è venuto qui mi ha preso tutto… mia figlia e la mia opera… il mio cuore e la mia anima…”
Ma chi ha commesso questi reati e soprattutto, com’è possibile che il criminale sia riuscito a dileguarsi senza che nessuno lo intravedesse almeno? Davvero potrebbe trattarsi di un demone? E ancora, quale potrebbe essere il movente che ha indotto il delinquente a commettere queste azioni spregevoli?
Tassello dopo tassello, con sapienza investigativa precisa e dettagliata, Leroux accompagna il lettore dentro e fuori la camera gialla e, pagina dopo pagina, lascia intravedere a volte le certezze, a volte il crollo delle stesse. Non sempre ciò che apparentemente sembra evidente lo è, così come non sempre ciò che si mostra inspiegabile deve restare tale.
Un piacevole romanzo, armonioso e accattivante, che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine. Un giallo definibile, sotto certi aspetti, d’altri tempi, ma sempre attuale, la cui lettura consiglio vivamente.
«Tenete» continuò Hercule Poirot, prendendo un volume, Il mistero della camera gialla. «Un vero capolavoro».
Così scriveva Agatha Christie di questo libro di Gaston Leroux, ‘capolavoro’ di un genere che aveva visto cimentarsi maestri del brivido come Arthur Conan Doyle e Edgar Allan Poe: i gialli costruiti intorno all’enigma di una stanza ermeticamente chiusa, nella quale viene commesso un delitto. Qui la vittima è una giovane donna, aggredita e ferita nella sua stanza, la ‘camera gialla’, appunto, all’interno di un tetro castello nei pressi di Parigi dove il professore, padre della giovane, si è ritirato per studiare certi fenomeni di dissociazione della materia che potrebbero mettere in discussione la scienza ufficiale… Un classico del 1907 di cui, a partire dal cinema muto fino a oggi, esistono numerose versioni cinematografiche, un fortunato esordio dell’autore che diventerà famoso in tutto il mondo con Il Fantasma dell’Opera. Così lo descrive un entusiasta Alessandro Robecchi nella prefazione: «È il molo da cui un grande autore salpa per scrivere tutto ciò che scriverà, e al tempo stesso un punto fermo, uno snodo imprescindibile, piazzato al confine tra romanzo popolare, enigma, sciarada, sfida al lettore, divertimento e mistero».
Gaston Leroux (1868-1927), nato a Parigi, lasciò la professione di avvocato per diventare cronista giudiziario e poi corrispondente di guerra. Conosciuto soprattutto per i brillanti romanzi polizieschi, tra cui celeberrimo Il Fantasma dell’Opera (1910), è autore anche di racconti a sfondo psicologico.
Autore: Gaston Leroux
Editore: Ponte alle Grazie
Collana: Scrittori
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 28 giugno 2022
Pagine: 336 p., Brossura
EAN: 9788833318493
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.