Inversu-M, Roberto Manzocchi

Inversu-M, Roberto Manzocchi.

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“InversuM”, un titolo illuminato dal sole su uno sfondo naturale di luci e ombre e, alla base della copertina, una pillola rossa tra le dita.

Mi incuriosisce ma non riesco a fare alcuna ipotesi sui suoi possibili significati.

Do uno sguardo alla struttura del libro, per avere una visione d’insieme prima di accingermi alla lettura del romanzo e scopro che consta di tre parti, la seconda delle quali prevede un’alternanza di piani temporali, passato e presente, 1971 e 2022. So che diventa difficile muoversi nell’andirivieni tra ieri e oggi, ma di certo l’autore avrà avuto le sue buone per questa scelta.

La lettura mi conquista subito, con quel capitolo zero che mi riporta al 7 dicembre del lontano 1964 alla periferia di Milano, quando un neonato viene abbandonato nel convento di Santa Marta.

Si tratta allora di una storia come tante che ancora oggi si ripete con una certa frequenza e in modi anche più disumani?

No, questo è soltanto un tassello da utilizzare in itinere per scoprirne il nesso con la vita dei personaggi che entreranno in scena.

La narrazione intanto ci aggancia con “l’abolizione delle ruote degli esposti” di cui per fortuna il convento aveva provveduto a fare una revisione in grado di salvare la vita del piccolo Ambrogio.

“Il bottoncino bianco, se premuto faceva scattare un campanello all’interno del convento, in un punto … per segnalare la presenza di una piccola creatura innocente …”

Un incipit che dà il via a tante ipotesi e alla ricerca di quel piccolo nel tempo futuro, per ritrovare i fili della storia nascosti nei nomi, ma siamo già dinanzi a nuovi personaggi, tutti molto interessanti, che si presentano con la loro vita, i loro percorsi di studio e di formazione e le loro aspirazioni. Sono quelli che possiamo trovare nella nostra quotidianità, che affascina sempre per la sua semplicità e concretezza: il maresciallo e l’appuntato dei carabinieri, la bibliotecaria, il primario di pediatria, l’idraulico, …

La storia ruota intorno al personaggio di Gianantonio Valsecchi, che a causa di un incidente e di un trauma cranico si ritrova con dei flashback del passato che compaiono all’improvviso.

“… la visione di sé stesso bambino in una stanza semibuia e con delle figure non meglio definite che giravano attorno a lui e a un altro bambino sdraiato in un lettino accanto al suo. Un dolore al fianco destro dove c’era la cicatrice di sette centimetri.”

Sono parole senza senso quelle che ripete al maresciallo Catapani o bisogna prestarvi attenzione? Cos’è accaduto nella vita di Gianantonio che tenta di riaffiorare nel suo dormiveglia con immagini del passato decisamente nitide?

Sarà l’intreccio di vite e di ricordi a farci ricostruire l’intera drammatica storia, e a scoprire il significato del titolo.

Le pagine scorrono, tra pennellate d’ambiente che rivelano una perfetta cura dei particolari, uno sguardo attento alle relazioni interpersonali, ai sentimenti e alle emozioni che entrano in gioco.  È così per la vita in paese, quando Roberto Manzocchi parla del “senatore” Valsecchi:

“Ai frequentatori abituali di questi capannelli mattutini viene bonariamente attribuito l’appellativo di ‘senatori’ dai passanti abituali e dagli esercenti le cui attività si affacciano sulla piazza.”

Mi piace molto anche la leggerezza cui a tratti fa ricorso per non incupire la narrazione. Penso ad esempio a quando il giovane Armando (appuntato Scognamiglio) decide di frequentare il classico e “mamma Giuseppina fa una sorta di casalinga via Crucis, fermandosi a ringraziare ognuno dei protagonisti delle stampe appese alle pareti.”

L’intera trama è però ordita sulla sventura dell’abbandono, sulla cupidigia umana che non conosce barriere, sui sogni dei bambini infranti da adulti ai quali hanno concesso una fiducia immeritata.

“Il professore… sapeva come parlare ai ragazzi e sapersi dimostrare comprensivo e rassicurante. Pacatezza e affabilità portava chiunque a fidarsi di lui e aprirsi in confidenza.”

Con i bambini abbandonati tutto è molto semplice. Chi li protegge, chi andrà a cercarli?

Quanta amarezza nel pensare ai bambini usati per … Mi fermo qui, non posso aggiunger altro. A voi scoprire il vero significato di Inversu-M, seguendo i sentimenti che affollano il romanzo, per poi lasciare spazio alla vostra riflessione sull’essere umano.

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

7-12-1964

Nella gelida notte di Sant’Ambrogio, un neonato, figlio di violenza e povertà viene depositato in una nicchia del convento di Santa Marta, nella periferia Milanese.

Oggiono – Estate 2022

Gianantonio Valsecchi si presenta in stato di agitazione nella piccola caserma dei Carabinieri di Oggiono, in provincia di Lecco. Dalle parole concitate dell’uomo, emergono alcuni ricordi e confusi frammenti in cui vede se stesso, bambino e prigioniero di minacciosi aguzzini.

Il Maresciallo Dario Catapani non dà molto peso alla questione e lo liquida con una pacca sulle spalle.

Quando però, dopo alcuni giorni, Valsecchi torna da lui, più pacato e aggiungendo qualche dettaglio, la vicenda assume una diversa consistenza.

Catapani, si muove con discrezione tra le sue conoscenze e con l’inaspettato aiuto dell’Appuntato Scognamiglio, appena arrivato nella cittadina Brianzola dopo gli anni trascorsi a Milano, indirizza Valsecchi verso la persona che rivelerà le sconvolgenti verità nascoste da più di mezzo secolo nel luogo più sorprendente e nella mente contorta di chi agiva al di sopra di ogni sospetto.

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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