La casa sul sasso, Carmen Scarpelli

La casa sul sasso, Carmen Scarpelli. Cicorivolta edizioni.

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Ci sono alcuni romanzi che non sono semplicemente dei romanzi.

Sono quelli che vedi nascere, di cui discuti con l’autrice o con l’autore durante il complesso percorso che porta alla stesura dell’opera, per i quali ti fermi a riflettere all’improvviso (magari mentre stai facendo altre cose molto più banali) che è importante che l’autore sappia che un certo passaggio così come è stato orchestrato non può funzionare, o che un determinato personaggio ti ha fatto venire in mente una conoscenza comune e vuoi sapere se è giusta la tua intuizione.

Insomma, ci sono alcune storie che sono un po’ anche le nostre storie, sin dalla loro genesi.

Quando Carmen Scarpelli mi ha parlato e poi fatto leggere in bozza “La casa sul sasso” ho subito sentito che una storia così, narrata come l’autrice ha fatto, non poteva arrivare a me per puro caso: la storia di quelle due donne, Virginia e Marta, simbolo di un’epoca eternamente oscillante fra il cinismo della cultura capitalistica e il bisogno di coltivare un’utopia, era la storia della mia generazione.

Marta e Virginia, protagoniste di “La casa sul sasso”, sono sorelle ma non potrebbero essere più differenti nelle aspirazioni: Virginia è una psicologa convinta che la cura della mente possa essere un ottimo vaccino per le malattie del corpo mentre Marta, artista prestata all’insegnamento, è desiderosa di vivere appieno le emozioni, ovunque esse portano.

E se nella vita di Virginia impera la libertà, utilizzata prevalentemente per dedicarsi alla cura degli altri, ma, allo stesso tempo, anche tanta solitudine, il cammino di Marta è un susseguirsi di arrivi e ripartenze nel lavoro, negli affetti, nella genitorialità.

Di una sola cosa, fin dalle prime pagine de “La casa sul sasso”, possiamo esser certi: qualunque sia l’itinerario che entrambe percorreranno, la meta non potrà sicuramente sconfinare dal legame fra le due protagoniste, sorelle, ma soprattutto donne.

Fra di loro Luca, figlio di Marta, concepito per caso e cresciuto fra una madre che fatica a liberarsi della sua vocazione bohemien e una zia che, se da un lato si sente profondamente responsabilizzata verso il bimbo a causa dell’assenza di un padre nella vita di Luca, dall’altro è profondamente gratificata dalla possibilità di esercitare un ruolo genitoriale, nonostante la natura l’avesse privata di quella opportunità.

“Il loro era diventato uno scambio, Marta aveva bisogno di Virginia per condividere la maternità e per Virginia il bambino che sarebbe nato era quello che non poteva avere perché, come diceva Giorgio, lei era difettosa. (…).

Luca è stato un dono…”

Col passar degli anni Luca diventa un adolescente inquieto, assillato dal desiderio di conoscere chi sia suo padre, ma le due sorelle, quasi sempre in contrasto, decidono di fare fronte comune nel silenzio.

Mentre tutto sembra “impantanato” in una routine di bugie, entrambe le esistenze delle due sorelle implodono, portandosi nel vortice la giovane vita di Luca.

Sarà un’intuizione di Virginia, vessata nel corpo ma con la mente in fermento, a indicare la strada da percorrere, quella che porta a Villa Dalia, una residenza nobiliare diroccata, che diventerà il centro di gravità delle scelte, che potremmo definire in un certo senso “ideologiche”, della famiglia non convenzionale costituita dalle due sorelle, dal loro nipote e dal padre biologico del ragazzo.

Ma Villa Dalia, la casa sul sasso, ben presto manifesterà potenzialità ben maggiori di quelle che Virginia aveva immaginato: si trasformerà, giorno dopo giorno, in un progetto di vita capace di placare quella sensazione di irrequietezza, caratterizzata da un misto di frenesia e di vuoto che popola l’animo dell’uomo contemporaneo.

Come avverrà tutto ciò è il cuore del romanzo e solo leggendolo potrete scoprirlo!

“La casa sul sasso” rappresenta dunque, secondo la mia opinione di Blogger pluriennale, il più bel romanzo scritto da Carmen Scarpelli e non solo per l’intreccio della trama che, come ho detto, è costruito in modo incredibilmente efficace.

L’approccio narrativo appare infatti finalmente libero da sovrastrutture e dogmaticità: è un fluire delicato di parole che descrivono l’evoluzione dei percorsi di vita di personaggi  nei quali è impossibile non identificarsi, senza però evocare alcun intervento soprannaturale, come invece accadeva talvolta nelle precedenti opere di Carmen Scarpelli, a causa del forte senso religioso parte fondante della personalità letteraria dell’autrice; l’autrice, libera da ogni misticismo, ci regala pagine di terrena poeticità, specialmente nella descrizione dei luoghi.

“Dopo la ristrutturazione Villa Dalia è tornata al suo antico splendore e bisogna festeggiarla. L’interno è magnifico ed è stato arredato con mobili acquistati da un rigattiere e fuori, sotto un cielo terso, respira l’intera tenuta che è stata ripulita dalla sterpaglia e già promette terreni fertili per le coltivazioni. In alcuni campi verranno avviati dei frutteti, in altri ci sarà la semina di ortaggi, ci sono anche delle oasi boschive nel podere e per l’irrigazione bisognerà solo riparare la pompa dei pozzi”.

In questo periodo storico così buio per le donne e, aggiungerei, così povero di sentimenti,  la complessa storia di Marta e Virginia narrata da “La casa sul sasso”, la loro resilienza alle ostilità del destino e la capacità di mettere a fattor comune l’amore, sono una boccata di ossigeno ma, soprattutto, ci aiutano a sperare che non bisogna mai smettere di immaginare un luogo e un tempo in cui uomini e donne possano finalmente convivere nel rispetto e coltivare sogni comuni, anche al fuori dall’istituzione tradizionale della famiglia, la quale meriterebbe, oggi più che mai, una profonda riflessione e soprattutto una seria revisione.

Due sorelle, Virginia e Marta, sono così diverse tra loro da essere spesso in conflitto ma a unirle c’è un legame molto forte. Quando Marta conosce Ivo, un uomo complicato ma affascinante, se ne innamora al punto tale da vivere con lui una relazione balorda da cui poi nasce Luca, subito rifiutato dal compagno. Marta con l’aiuto di Virginia cresce il figlio a cui decide di non dire chi sia il padre e chi nel frattempo è diventato. Gli anni passano: Marta, un tempo donna trasgressiva e pittrice apprezzata, ha rinunciato alla carriera artistica e affossando nella routine continua a insegnare, Luca è tormentato dal desiderio di conoscere il padre e anche Virginia, che sembrava avere raggiunto obiettivi soddisfacenti, viene travolta dalla sorte avversa. Sarà proprio nella casa sul sasso, chiamata Villa Dalia perché prima appartenuta alla marchesa Dalia Vittoria Spicchi dei Laveri, che la loro vita troverà, in un incalzare di avvenimenti, un nuovo senso e nuovi orizzonti e in quella stessa villa arriveranno anche altre persone, per scelta o per necessità, e lì si fermeranno, attratte dall’amore gratuito che riceveranno. È infatti l’amore il motore che anima Villa Dalia e cura ogni ferita.

Autore: Carmen Scarpelli
Editore:Cicorivolta
Collana: I quaderni di Cico
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 12 dicembre 2023
Pagine: 160 p., Rilegato
EAN: 9788832124521

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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