Nel precedente editoriale, ho accennato del rapporto dell’uomo con l’infinito e del suo timore per esso. Questa volta, voglio parlarvi di un’emozione così importante, che non basterebbe un libro di infinite pagine per descriverla: la gioia.
Sì, perché questa emozione è la più grande, la più importante, la più profonda. Un’emozione universale alla quale ogni individuo, nella sua vita, si è abbandonato e vuole abbandonarsi.
E il concetto di gioia è correlato a quello di estasi, che già nella Grecia antica aveva incuriosito i pensatori del tempo. Estasi è il completo distacco dalle regole naturali, un’anomalia della ragione, che deriva dalla completa soddisfazione di un desiderio, spinto dall’amore nella sua più ampia accezione.
Quindi: gioia, un’estasi assoluta che scaturisce da ciò che è raggiunto dal desiderio, alimentato dalla nostra continua ricerca di benessere spirituale, perché nulla come la gioia rinfranca il nostro spirito e lo rende libero dall’angoscia e dalla paura, che generano invece solo la tristezza.
La caratteristica principale della gioia è la trasversalità, perché tutto ciò che facciamo e pensiamo può condurre alla gioia e questo è un fatto straordinario, che anima il nostro essere e ci accompagna per tutta la vita. Alcuni esempi? La pace porta gioia, la verità porta gioia, la felicità porta gioia, l’amore porta gioia, l’amicizia porta gioia, la solidarietà porta gioia, la speranza porta gioia, perché la gioia è l’appagamento più intimo del desiderio, che entra in noi e scatena quell’estasi che ci distacca dalla realtà e ci fa entrare in una dimensione diversa che entra in noi e diventa così sensibile, perché esce dal mondo dell’intangibile, cioè da ciò che non si vede, non si sente, non si tocca, ma che c’è, perché aleggia intorno a noi, come tutto ciò che è valore, con la sua potenza trascendentale che muove tutto l’universo. E raggiungere la gioia, viverla, carpirla, perché talvolta può durare un solo attimo, genera in noi quella essenziale energia positiva che pervade tutta nostra fisicità e il nostro spirito.
E della gioia bisogna approfittarne, sempre, perché può sfuggire in ogni momento a causa della nostra innata instabilità umana. La nostra umanità sfugge alle strette regole del cosmo, perché l’uomo, per sua natura, non è capace di rispettare le regole, infatti la trasgressione di esse può provocare gioia.
Questo è un concetto molto importante, perché la gioia non segue le regole dell’etica e della morale, non le conosce proprio. Quindi può esser provocata anche da un fatto grave, mosso da una mente criminale: questa è la gioia per la morte. Sta a noi, con il nostro libero arbitrio, cioè quella facoltà concessaci dalla nostra libertà, scegliere cosa può portarci alla gioia e qui c’è anche il male, ma in tal caso deve intervenire la ragione, con prepotenza, perché solo lei è in grado di scacciare le tentazioni dei demoni, del male, appunto. Grazie alla ragione, dobbiamo essere capaci di riconoscere il nostro lato oscuro e ignorarlo, dobbiamo essere cioè capaci di trovare una gioia che derivi dall’amore e non dall’odio e dalla violenza.
E l’amore non dev’essere volto agli idoli materiali, come il potere e il denaro; dev’essere volto a quei valori con conferiscono all’uomo la vera dignità, perché solo loro conducono alla gioia assoluta, a quell’infinito che non può farci paura.
Quindi è necessario ricercare sempre la vera gioia, tentando sempre di raggiungerla. Solo sfruttando la nostra energia positiva, saremmo in grado di superare le difficoltà della vita, quando la tristezza ci pervaderà a tal punto da farci credere che la gioia sia diventata irraggiungibile. Dev’essere la nostra resilienza ad animarci sempre, perché c’è sempre una seconda opportunità nella vita che possa farci ritrovare la gioia perduta, sempre.
Buongiorno.
Sono Simone Guslandi. Sono di Monza, ho 45 anni, e sono un libero ricercatore di filosofia morale, di filosofia politica e filosofia delle religioni. Ho pubblicato nel 2014 un saggio teoretico intitolato “La gioia”.
Vi disturbo perché ho trovato interessante il vostro articolo sulla “gioia”, trovato su internet. Infatti ogni tot faccio una ricognizione sulla rete per vedere se c’è, oltre a qualche nuovo articolo o contributo, soprattutto qualche nuovo saggio anche su questo argomento: però non ne trovo mai.
Perciò vi scrivo anche, magari, per stabilire un contatto vicendevolmente proficuo sotto il profilo culturale, nonché per segnalarvi questo mio saggio su questa emozione fondamentale, che inserisce vostri interessi. Sul mio sito http://www.simoneguslandi.it, che è da aggiornare, se ne trovano sintetiche notizie introduttive.
Lieto se ciò possa interessarvi, vi rivolgo i più cordiali saluti.
Professor Guslandi