Lasciami accendere le stelle, Daniela Paiella. Bertoni editore
“Rivolse un’occhiata al cielo sicura di essere in compagnia delle stelle: si sentì schiacciare da un tetto nero, una macchia di china invadeva la volta e soffocava anche la luna.”
La copertina, sui toni del blu, accarezza lo sguardo, con quella luce soffusa che fa già sognare, insieme al titolo.
Illuminare il buio, accendere le stelle! Un autentico dono per ritrovare la propria strada, quando ci si sente smarriti e insicuri, sospesi in una nebulosa di incertezze.
Un rapido sguardo alla sinossi prima di sfogliare rapidamente il libro per coglierne la struttura e apprezzare il lavoro.
La narrazione si sviluppa in quarantotto capitoli, ciascuno accompagnato da un titolo che riporta il nome del protagonista principale di cui si narra, insieme a una citazione d’autore, scelta con cura.
Arrivo ai ringraziamenti finali prima ancora di leggere il libro e mi soffermo sull’abbraccio cosmico e sull’invito a restare in contatto che l’autrice rivolge ai suoi lettori. Lo trovo interessante, concreto, funzionale a rendere più solido il ponte che si costruisce scrivendo, perché il desiderio del lettore è proprio quello di interagire con chi ha dato vita alle storie e ai personaggi.
Mi soffermo sulle riflessioni di Daniela Paiella, che condivido, sul suo coinvolgimento con i personaggi, sulla funzione della scrittura, sull’impegno richiesto dall’argomento (le sette sataniche), e sulla scelta di stemperare il dramma nei toni del rosa.
E poi, vado a ritroso e finalmente mi concedo la bella lettura, dall’inizio …
Già il prologo mi avvicina ad un’atmosfera che di rosa ha solo un alone e personaggi tutti da scoprire; ci sono parole che evocano amore e mistero; ci sono parole, versi, suoni, che richiamano alla memoria la ritualità nera, lasciando spazio ad una serie di ipotesi da parte del lettore.
Con i vari personaggi, tutti ben definiti, l’incontro è graduale. Eva, Michael, David, Marcus, frate Michele, Denis, Corina, … entrano in scena sollecitando curiosità e dubbi. Nessuna certezza, niente è come appare.
La giovane Eva, con l’amico fraterno Michael, dal Canada arriva in Italia, fiduciosa di poter trovare Oleg, il gemello della madre. È la sua ultima speranza per risvegliarla dal coma. Riuscirà in questa sua impresa?
Ci sono due luoghi principali in cui si svolgono gli accadimenti:
- Un eremo francescano, in cui si è rifugiato David, un rapper famoso, a causa della sua crisi professionale, sperando di ritrovare sé stesso mediante la meditazione.
- Un’azienda agricola autosostenibile, l’Oasi, con una comunità che vive lontano da ogni forma di modernità, a contatto con la natura, dedicandosi alle pratiche contadine.
Quale importanza rivestono nella storia? C’è una relazione tra di essi? E per padre Massimo, precipitato in un burrone, si può parlare veramente di disgrazia?
È un romanzo imbrigliato nel torbido, ricco di mistero e colpi di scena, con una suspense che non dà tregua fino alle ultime battute.
Il ritmo narrativo, a tratti cadenzato, diventa fino agli ultimi capitoli sempre più incalzante.
La figura di Marcus, il capo della comunità, è indecifrabile, per Eva ambivalente: la sua presenza le dà conforto, le trasmette sicurezza, il suo sorriso le infonde coraggio, ma allora perché il suo tocco casuale la inquieta?
“Ciò che giudicava più complicato da decifrare, era lo sguardo di Marcus: i suoi occhi avevano il potere di accendere e spegnere le stelle.”
Le stelle! Ritornano nel corso della narrazione, a ricondurci al titolo, anche se con diverse sfumature di significato.
“Tutte le sue canzoni più belle erano nate così: con le stelle. Non appena faceva buio la sua mente si accendeva e gli sussurrava idee in rima.” (David)
Ma sempre più spesso la luce delle stelle scompare e il rosa sfuma nei toni del nero, l’amore e la speranza si smarriscono nei misteri che, come una ragnatela, avvolgono il romanzo.
Eva che tenta di fuggire mi ricorda Biancaneve, con quell’immagine che palesa tutte le paure.
“A un tratto le foglie divennero occhi e i rami braccia ossute: nella testa presero a inseguirsi le parole di frate Michele: Riti – messe nere – evocazioni del maligno.”
Il torbido! Passato e presente si intrecciano e anche quando le nubi nere sembrano allontanarsi ecco che la vicenda segue un nuovo sviluppo ed è ancora tutto in gioco… fino all’ultima pagina col fiato sospeso.
Lettura avvincente consigliata a tutti.
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Segreti, misteri, suspense, ma soprattutto amore e speranza sono il filo conduttore di questo romanzo, imbrigliato nel torbido. Italia, Umbria. Un’azienda agricola auto-sostenibile. È qui che giunge dal Canada la ventiquattrenne Eva alla ricerca disperata del presunto fratello gemello di sua madre Denis. La donna è stata travolta da un’auto pirata e, da sette mesi, giace in coma in una clinica di Toronto. La figlia ha trovato, ben nascosti in un suo cassetto, uno strano medaglione, una foto e l’indirizzo di quell’ignoto parente. Nel cuore della ragazza si accende la speranza di risvegliare sua madre. Eva si prefigge di riportarle il fratello ad ogni costo. Confida che le emozioni che ne scaturiranno saranno così intense da spingerla ad aprire gli occhi.
Autore: Daniela Paiella
Editore: Bertoni
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 29 novembre 2022
Pagine: 342 p., Brossura
EAN: 9788855355575
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