Lembi di verità di Rosaria Scialpi

Lembi di verità

Lembi di verità, Rosaria Scialpi. Silloge poetica edita L’erudita

Lembi di verità

Leggere versi e parlar di poesia è un compito tanto gradito quanto delicato, perché la bellezza vive nella fruizione personale, in quelle emozioni che nascono quando lo sguardo si posa sulle parole, le prende con sé e le lascia scivolare lentamente nel proprio animo. Allora le sentiamo risuonare o le vediamo svanire e sappiamo quanto ci accomuna al poeta. Difficile poi comunicare agli altri il vissuto.
“Lembi”, già la parola richiama il frammento che da solo può essere sufficiente a comunicare, e che siano di oscurità, di luce o di verità, poco importa, purché riusciamo a cogliere i riflessi che questi lembi hanno su di noi.
La silloge, composta da 27 componimenti organizzati in tre blocchi tematici, prende l’avvio da “Lembi di oscurità” (1-15), con versi che affondano nella negatività, in un’introspezione che evidenzia l’insoddisfazione, il desiderio di finire, la presa di coscienza di far parte della commedia del tempo (noi, miseri commedianti), di essere in un mondo che schiaccia, o la vittima preferita di Jack-Vita, insieme alla consapevolezza che la vita è solo una baruffa.

La vita
Una baruffa contestata
Dalla sopravvivenza beffarda.

Se leggiamo e rileggiamo, coinvolti dalla bellezza dei versi, dapprima in silenzio, poi ad alta voce, a un tratto avvertiamo la sonorità fastidiosa, in quel ritmo incessante, ripetitivo, che “Le regole della produttività” richiamano (produci, produci, produci), prima ancora di scoprire il sibilo dell’ansia che striscia e avvelena.
L’oscurità chiude il suo sipario con l’immagine viva della moderna Penelope che disfa la tela per dominare l’angoscia del domani.
Nei “Lembi di limbo” (16-19) che seguono, è il potere di Mnemosine, quello di ricordare, a vincere nella partita della vita, perché i ricordi sono sempre travolgenti e impetuosi.
Uno sguardo al linguaggio segreto tra le cose accatastate, le parole sepolte e i sentimenti annegati e poi un grido, “Perditi bimba!”, che veicola la salvezza del librarsi nell’immaginazione, prima di ritrovarci noi tutti, minuscoli pulviscoli, a galleggiare nella luce.
Ed è proprio alla luce che sono dedicati i componimenti che chiudono la silloge, “Lembi di luce” (20-27), in cui la luce ricompone, restituisce ciò che serve per ritrovarsi donna, bambina, intera, multipla, divina e la crisi è foriera di un nuovo inizio.
“Le stanze di notte
Sono ostriche.
Nascondono perlacei segreti
Appena sussurrati
Alla porta dell’io”

L’affascinante viaggio dell’Io continua in questa dolce musicalità e ancora una volta incontriamo il potere dell’immaginazione, grazie al quale la bambina scopre l’altrove.
Per “La principessa morta” la luce indica una nuova vita, in cui, libera da coercizioni e umiliazioni, potrà avere sul capo la corona della libertà.
E nell’ultima, Bucaneve, la libertà si fonde con la rinascita, la primavera della vita si affaccia e gli anni, ancor pochi, hanno già fornito gli strumenti esperienziali per affrontarla.

Mi piace vedere “Lembi di verità” come la silloge del viaggio alla scoperta del sé in relazione con il mondo.
Quei lembi di oscurità ci appartengono in tanti momenti della vita. Riusciremo ad emergere cogliendo quel raggio di luce che ci farà sperare.

Una silloge da leggere, assolutamente, in attesa della prossima.

Le solitudini

Nelle solitudini intrecciate
Leggo gli incontri più sinceri
Fra i dedali inestricabili
Delle menti
Che dialogano in silenzio

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Secondo Honoré de Balzac “la vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d’argento con delle stelle nere: la vita di un uomo infelice è un fondo nero con delle stelle d’argento”. Rosaria Scialpi dipinge dapprima, con le sue parole, i lembi di un fondale oscuro e doloroso e poi, come una pittrice, traccia al suo interno una costellazione luminosa, i lembi di una speranza che ha ragione del suo brillare proprio in quel fondale così nero. E se “al mondo non vi sono dolore né felicità assoluti”, Rosaria Scialpi riesce a restituire nelle sue poesie tutta la complessità di un’esistenza che oscilla costantemente fra luce e oscurità.

Autore: Rosaria Scialpi
Editore: L’Erudita
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 18 giugno 2022
Pagine: 42 p., Brossura
EAN: 9788867707607

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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