Il Promontorio roccioso di Capo Vaticano si trova lungo il versante tirrenico calabrese e fa da spartiacque naturale tra il Golfo di S. Eufemia e quello di Gioia Tauro ponendosi, pertanto, in mezzo alle tre province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Luogo dalle origini antichissime, costituisce una delle tante testimonianze mitico-storico-leggendarie che fanno parte del patrimonio culturale del territorio. Un promontorio magico, quello di Capo Vaticano, come ne testimonia già il nome.
“Vaticano”, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nulla ha a che vedere con lo Stato Pontificio, ma deriva dal latino Vaticinium che significa “oracolo-responso”. Ciò a rievocare, appunto, la leggenda che ruota intorno alla punta estrema del Promontorio.
Si narra che, in una grotta fra le rupi del Capo, dimorasse la Profetessa Manto, il cui nome deriverebbe dal greco Mantéuo che vuol dire proprio ” dare responso- predire” , e da cui prese il nome il Promontorio stesso denominato, appunto, Mantineo.
Pare che tutti i naviganti prima di avventurarsi tra le ostili e pericolose acque tra i mostri Scilla e Cariddi, si fermavano presso la grotta di Manto, e in cambio di doni chiedevano e aspettavano una profezia in merito al viaggio che li attendeva. Anche Ulisse, sfuggito ai due mostri dello Stretto, chiese alla Profetessa Manto un responso sul proprio futuro. Anche in epoca latina tutto il litorale venne considerato quasi un luogo sacro, tanto da essere battezzato col nome in uso ancora oggi: “Costa degli Dei”.
Lo scrittore veneto Giuseppe Berto, che qui decise di abitare e qui è sepolto dal 1978, amava definire Capo Vaticano la “Costa Bella”, e nel suo celebre romanzo “Il male oscuro” scriveva così:
“L’isola degli aranci sta dall’altra parte celeste e gialla e un poco verde nella sua breve lontananza, e in mezzo c’è un piccolo tratto di mare proprio piccolo ma non ho il coraggio di passarlo,padre non ho coraggio…… e del resto non tutti coloro che volevano la terra promessa poterono giungervi, non tutti furono degni della sua stabile perfezione, e così verso sera cerco un posto da dove si possa guardare la Sicilia, di notte l’altra costa è una lunghissima distesa di lampadine con segnali rossi e bianchi……. ecco qui mi costruirò con le mie mani un rifugio di pietre e penso che in conclusione questo potrebbe andare bene come luogo della mia vita e della mia morte….”
Da Capo Vaticano, si possono abbracciare contemporaneamente con lo sguardo i tre vulcani attivi del Mediterrano : L’Etna, lo Stromboli e Vulcano.
E’ stata definita dai francesi di “Les Grands Voyageurs” , una delle cento spiagge più belle al mondo.
Teresa Anania
Lo Stretto di Messina e i suoi mostri leggendari: Scilla e Cariddi
Immagini e fonti web.