Mai stati innocenti, Valeria Gargiullo

Mai stati innocenti di Valeria Gargiullo, edizioni Salani

Mai stati Innocenti

Una lettera scritta ai tavolini di un bar, così si snoda la narrazione di questo romanzo che racconta la vita, la periferia e la bruttura che attecchisce, quella che non ti da respiro nemmeno se scappi a migliaia di chilometri, non si fugge da se stessi.

Un esordio con i fuochi di artificio è quello di Valeria Gargiullo con il suo romanzo “Mai stati innocenti”. Una storia che rilascia il sapore della vita, della realtà anche difficile e irraccontabile, quelle realtà di cui è political correct non parlarne.
Le periferie, quei quartieri con casermoni e poca speranza in chi ci nasce.


Campo dell’Oro è un quartiere alle porte di Civitavecchia, casermoni e case popolari, diviso solo da uno stradone da Santa Fermina, quartiere residenziale con villette e vite più leggere.
Campo dell’oro potrebbe essere qualsiasi quartiere periferico, in qualsiasi città d’Italia, con casermoni, abbandonato a se stesso, allo squallore quotidiano. Un argomento già trattato ampiamente in altri romanzi, ma che continua a prendere l’anima quando vai a leggerli.


La storia di Anna e Simone, potrebbe essere la storia di tanti ragazzi, nati in una famiglia difficile e costretti a crescere troppo in fretta. Campo dell’oro è la periferia: la mancanza di speranza, la violenza, l’invidia sociale sono quasi un leitmotiv che ricorre in storie di vita difficili.
La vita di due ragazzi con i genitori che vengono meno al loro ruolo di guida e protezione, un padre drogato che scappa dalla famiglia, una madre che piange il suo amore perduto, e dei due ragazzi chi se ne occupa?
Casermoni, case popolari, che non hanno solo l’etichetta di povertà ma anche di disperazione e paura soprattutto per chi sogna di andare via, sogna di studiare, laurearsi e riuscire così ad estirpare campo dell’oro da se stesso. Anna ha deciso di trasferirsi a Milano, per studiare, ha lavorato e messo da parte risparmi per poterci riuscire. La madre lavora in un albergo e riesce giusto a sopperire ai bisogni primari della famiglia, il padre è scappato via, dopo che sotto l’effetto della droga aveva fatto del male il suo bambino piccolo.
Anna, più grande, ha fatto quasi da madre al suo fratellino Simone, ha cercato di sopperire in ogni maniera alle mancanze genitoriali, ha cercato di dare amore e protezione al suo fratellino, anzi lo ha giurato a se stessa da piccola.
Si sente morire dentro, quando vede suo fratello Simone di soli 14 anni insieme alla banda di delinquentelli che imperversa nel quartiere. No, lei non riesce a sopportare che il suo amato fratellino abbia rovinato la sua vita per sempre, chi entra nella banda dei Sorci non ne può più fuoriuscire.


I ragazzi diventano vittime del luogo in cui sono cresciuti, delle scelte genitoriali, del resto anche Giancarlo il capo dei sorci, è un ragazzo che cova rabbia e dolore dentro e tira fuori il suo dolore nell’unico modo che conosce: la violenza.
Valeria Gargiullo racconta una storia dura, ma senza vittimismo e retorica buonista. Il brutto ti prende anche l’anima, vivere in un luogo dove imperversa il male risveglia il male che ogni essere umano ha dentro. Questa è la più grande tragedia, non è una piccola banda di delinquenti a portare il male, ma in un luogo dove vince solo chi non soccombe, dove il capobranco è signore indiscutibile, l’essere umano si abbrutisce, si rende capace di azioni che mai avrebbe pensato di poter compiere.


«Il quartiere seduce, incanta come una sirena, e promette un paradiso che non possiede. Simone si è pentito, anch’io mi sono pentita, però il passato non può cambiare, e la legge ha stabilito il suo verdetto».


Un racconto in prima persona, una lunga lettera scritta al tavolino di un bar.
Anna è ormai a Milano ma sente il grande bisogno di scrivere, di frugare nel male commesso, nei sensi di colpa, nel senso di fallimento che sente forte dentro.


«Campo dell’oro ha preso la mia anima e l’ha tagliata in pezzi piccolissimi, come quando io e Simone prendevamo la carta da imballi, la trasformavamo in coriandoli colorati e al tiravamo nell’aria in attesa che ci cadessero in testa. Sono divisa in milioni di parti e mi ricucio di fronte allo specchio quando incontro il mio sguardo».


Lo scrivere è un’urgenza dell’anima, probabilmente l’unico modo per riuscire a esorcizzare tutto il male che ancora sente sotto la pelle e nell’anima, quel male che ha impiegato ben poco ad attecchire, certo la motivazione è l’amore, ma il male è male non esistono giustificazioni al male. Le azioni terribili commesse, forse in nome dell’amore: Anna entra nella banda solo per cercare di distruggerla dall’interno e riprendersi la vita di sua fratello, sono la strada che fa entrare il male dentro, quel male che resterà per sempre nella sua vita. Campo dell’oro è ormai dentro di lei, potrà vivere a Milano, laurearsi, avere la vita tanto agognata, ma continuerà a pensare di non meritare nessun tipo di bene, il male commesso per lei è incancellabile, è lì deve imparare a conviverci.
Niente e nessuno potrà mai tirare fuori da lei, quello che è stata. Alla fine, i sorci e campo dell’oro hanno distrutto lei…

Uno stradone di un chilometro divide Civitavecchia a metà. Da una parte Santa Fermina, con le sue villette a due piani e le vie coi nomi dei fiori; dall’altra Campo dell’oro, i casermoni popolari e i fumi degli impianti industriali che corrodono l’anima delle persone. Di là, un futuro prospero, le bollette in regola, le vacanze al mare; di qua, le famiglie arrancano e i figli, abbandonati a loro stessi, sognano una fuga impossibile. È quello che fa anche Anna, che ha studiato duramente e messo i soldi da parte per potersene andare via, lontano, all’università. Poche settimane ancora e finalmente salirà su un treno, pronta a costruirsi una vita diversa. Tutto sembra andare in frantumi quando Anna vede Simone, il suo fratellino di quattordici anni, in sella a un motorino, con un martello in mano, insieme alla feroce banda criminale che controllala zona. I Sorci, li chiamano, e nei loro affari è bene non immischiarsi mai. Anna vorrebbe salvarlo, ma sa che concerta gente è impossibile trattare. Si scende a patti, semmai, fino alle estreme conseguenze. Con l’autenticità di chi in un posto così ci è nato e cresciuto, Valeria Gargiullo demolisce la retorica che spesso accompagna il racconto delle periferie, e lo fa con la consapevolezza che il Male non è soltanto un nemico, ma anche un compagno quotidiano e una pericolosa tentazione.

Autore: Valeria Gargiullo
Editore: Salani
Collana: Le stanze
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 20 gennaio 2022
Pagine: 336 p., Brossura
EAN: 9788831011440

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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