Un tram per la vita, un libro per i più piccoli di Tea Ranno, edito Piemme.
“Un tram per la vita” parla di una storia raccontata per più di settant’anni, che diventa importante grazie alla voce di Tea Ranno.
È Emanuele Di Porto, “il bambino del tram”, come lo chiamano quando lo incontrano, a dirlo, per precisare subito dopo che lui non è mai stato un bambino, a causa della miseria nera di quel tempo, così come non sarà mai vecchio, perché nel suo cuore il tempo s’è come fermato.
La pagina di presentazione di Emanuele, oggi novantunenne, e il suo augurio di buona lettura è la più bella introduzione a cui si possa pensare. Poche righe per parlarci di sé in una sintesi estrema, prima di dare spazio a Tea e affidarle il compito di farlo per lui, utilizzando quella fantasia necessaria affinché il passato possa ritornare in vita.
E presto siamo anche noi lettori su quel tramper tre giorni, insieme al ragazzino Emanuele, a condividere le sue emozioni, a stupirci delle azioni e delle parole dei suoi angeli, l’autista e il bigliettaio, a prestare attenzione ai passeggeri, a chi vestito da signore si comporta da cafone, già pronto a denunciarlo per guadagnare millecinquecento lire, se si accorge di lui.
“Il tram è stracolmo, la gente si urta, si dà le gomitate per passare avanti …”
Seguiamo i pensieri che gli mulinano nella mente mentre il tram fa il suo giro per la città lasciando scorrere davanti ai suoi occhi l’antica bellezza dei palazzi illuminati, percorrendo strade che brulicano di soldati armati…
“Il tram mi sembra un pezzo di giorno che si muove dentro la notte.”
Il dramma dei rastrellamenti nel ghetto di Roma diventa lo sfondo di un gesto d’amore, quello della madre di Emanuele e prevalgono pagine intense di umanità, di solidarietà su un mezzo di trasporto che salva la vita al ragazzo.
“In mezzo a tanti treni piombati che portavano gli ebrei alla morte, c’è stato un tram che ha portato un ragazzino di dodici anni alla vita.”
Le belle pagine di “Un tram per la vita” nascono da un singolare percorso in questo presumibile ordine: curiosità – intuizione – ricerca – incontro – ascolto – empatia – narrazione.
Da un documentario che la incuriosisce, Tea si muove alla ricerca del sopravvissuto al rastrellamento nazista e finalmente lo incontra. Come in ogni storia la centralità va assegnata all’ascolto. Emanuele parla di sé e Tea accoglie le sue parole, consapevole di vivere la Storia, che diventa storia e la porta con sé.
Leggendo ci accorgiamo della “leggerezza pensosa” che le pagine ci regalano, a conferma di come la scrittrice sia riuscita a mantenere la promessa fatta a Emanuele, di non fare della sua vita una tragedia, perché lui ha sempre “voluto vede’ il lato positivo della vita.”
“… è il sorriso che mi fa lavorare tanto. Ognuno di noi ha già la tragedia sua e di piangere non ne può più; perciò, va alla ricerca di una faccia allegra, di un sorriso che trasmette simpatia, voglia di vivere.”
Le parole di Emanuele fanno riflettere …
Scendere dal tram e riprendere a vivere per lui significa anche fare i conti con la vita che continua, a dispetto del dolore, e continuare a tenere le orecchie aperte è importante, come capire che la politica è nella vita e che la strada ne diventa maestra.
Un libro, una testimonianza, il passato che vive nel presente per far riflettere, una lettura per tutti, che al “MAI PIÙ” unisce un “PER SEMPRE”, fatto di solidarietà, umanità e speranza.
“Penso a lei e mi dico che m’ha dato la vita due volte; quando mi ha messo al mondo e quando m’ha buttato giù dal camion, e mi viene da piangere, ma non piango, perché a piangere si perde tempo ed io devo fare in fretta. Il cielo è scuro, continua a piovere.”
“Vorrei saltare due, tre anni, e ritrovarmi in un futuro dove c’è la pace, nessuno più ti chiama sporco giudeo e mia mamma tiene in braccio uno dei figli di Betta, che nel frattempo si sarà sposata.”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Piove lento, piove che sembra pianto sulla faccia di questa città che è la mia, anche se sono ebreo: qui ci sono nato, ci sono nati mio padre e mia madre, i miei nonni, i miei zii, i miei cugini e il resto della famiglia. Solo qui mi sento a casa.
È il 16 ottobre 1943, nel ghetto di Roma un bambino di dodici anni vede la madre caricata su un camion dei tedeschi, la raggiunge, l’abbraccia, ma lei riesce a spingerlo via. Emanuele, questo il nome del bambino, si nasconde su un tram e inizia un viaggio che lo porterà, fermata dopo fermata, fino al capolinea. Racconta al bigliettaio di essere ebreo e chiede di essere protetto perché i tedeschi lo stanno cercando. L’autista del tram e poi altri dopo di lui aiuteranno Emanuele a restare vivo e al sicuro per tre giorni fino a quando non riuscirà a trovare suo padre. La penna di Tea Ranno racconta la storia commovente di uno degli ultimi testimoni sopravvissuti al rastrellamento nazista di Roma: Emanuele Di Porto.
Tea Ranno è nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura.
Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto, vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007).
Nel 2012 per Mondadori esce La sposa vermiglia e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 per Frassinelli esce Sentimi e nel 2019 per Mondadori L’amarusanza.
Autore: Tea Ranno
Editore: Piemme
Collana: Il battello a vapore. One shot
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 17 gennaio 2023
Pagine: 160 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788856689204
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