Il madremoto di Guido Fabrizi

Il madremoto

Il madremoto di Guido Fabrizi, Robin editore

La figura materna: il madremoto segna la vita, un racconto di sè che entra prepotentemente nella sfera emotiva del lettore

“Nella profondità di un abisso non bisogna mai smettere di guardare verso l’alto.”

Il madremoto

Il titolo mi incuriosisce ma le mie ipotesi mi portano fuori strada.
La copertina potrebbe darmi qualche spunto in più, ma la contemplo solo per la sua bellezza.
Da uno sguardo d’insieme all’intero libro comprendo che sarà bene seguire tutte le indicazioni di Italo Calvino prima di iniziare a leggere, perché non voglio interruzioni di sorta.
“Se una notte d’inverno un viaggiatore” mi verrà in mente anche dopo, quando mi accorgerò della complessità del contenuto. Se Italo ha ipotizzato dieci racconti, Guido qui mi pare ne abbia inseriti
molti di più.
Alla fine, sono sempre più convinta che una narrazione così ricca sia sovrabbondante anche per un film, e già mi sembra di vedere le scene in serie tv, anche di più stagioni.


Con un incipit d’effetto conosciamo il narratore, Javier: un uomo in ospedale, pronto per l’intervento di ricostruzione del volto…
Sono tante le vite che ruotano intorno al protagonista; tanti scenari diversi e diversamente complessi attraversano l’arco temporale della narrazione.
Insieme ai personaggi principali, coprotagonisti, la cui storia precede e confluisce in quella di Javier, lo scrittore cesella a perfezione anche quelle figure secondarie che in fasi diverse entreranno a far parte della sua esistenza.
L’idea di aver a che fare con mille vite in una si fa sempre più concreta durante la lettura. È un cammino accidentato, quello di Javier, che tra cadute e riprese trova la forza di rialzarsi sempre, nonostante tutto. Ricomincia, si reinventa e inizia a credere alla fine che nulla avvenga per caso.


La famiglia d’origine? Fonte di perenne infelicità. La figura materna, ossessionata dalla gelosia, esplodeva per nulla con la stessa imprevedibilità di un terremoto e per Javier era pronta la tortura dell’acqua o l’abbandono sul balcone. Bastava un sospiro o un rumore fatto per gioco.
Ma perché il padre, un uomo che aveva combattuto i nazisti non riusciva a fronteggiare quella donna? La sua fragilità era dannosa per i figli e le peregrinazioni da un luogo a un altro della penisola erano continue, inevitabili nel tentativo di ricostruire uno spicchio di serenità.


Per Javier si apriva il mondo della strada, del fango, dello sbando, della droga, del pregiudizio, senza protezione alcuna e quella debole figura paterna rimpiangerà di non averlo mai raggiunto come padre.
Un’autobiografia ben scritta vien da pensare, una di quelle in cui entra un pezzo di umanità nella sua più grande varietà, con tanti contenuti.


Il ritmo tiene, l’attenzione non vacilla, noi siamo Javier al nono piano, il bimbo abbandonato e maltrattato, siamo lui in prigione a subire ogni forma di ingiustizia. Sicuro che sia soltanto una vita?
Anche le mamme sono due, per fortuna: Paquita, la madre basca che lo ha messo al mondo e la madre Vera, che gli ridà la vita, con un massaggio cardiaco, riportandolo indietro da un’overdose letale.
Sono tanti racconti che racchiudono le diverse fasi ed esperienze di vita. In essi trovano alloggio: il degrado, la violenza, lo sballo, la prepotenza, l’emarginazione, la relazione genitoriale, i ruoli maschili e femminili, la malattia (mentale e fisica), gli interventi, la detenzione, il riformatorio, il carcere, il teatro, la fotografia, la
solidarietà, i conflitti tra genitori per la patria potestà, i figli scudo e ricatto durante la separazione….


L’autore si racconta con naturalezza, come l’amico al bar che ha deciso di farci partecipi della sua vita.
Se, come egli stesso asserisce, questo libro è un dono del lockdown, è un esito veramente brillante di quel periodo di clausura, con tutte le riflessioni che ne conseguono e che sono diventate parte del sentire comune.


Con “Il madremoto” il piacere di leggere è assicurato e non solo…
È una lettura interessante da privilegiare in più contesti, valida anche quando si vogliono aprire ampi spazi di discussione, confronto e approfondimento.
La scuola potrà essere uno dei luoghi favoriti, dove lettura individuale e corale si alterneranno e integreranno, mediate da docenti di grande sensibilità pedagogica.
Gli argomenti saranno tali e tanti da costruire una serie di percorsi educativo-didattici interdisciplinari, in cui il maremoto esistenziale troverà i suoi punti di congiunzione e ciascun allievo rifletterà sulle coordinate utili per conoscere se stesso e orientarsi nel mondo.

Alcune frasi scelte:
“Non sai mai dove ti condurrà la vita, cerca tu, allora, di suggerirle un luogo migliore.”
“La gelosia estrema genera mostri, fantasmi della mente che si agitano ossessivi, bruciando la vita di chi la prova e soffocando quella di chi la subisce.”

“Avrei voluto solo arrivare al cuore di Paquita, senza fermarlo però, dandole nuova vita, un governo più equilibrato, una nuova anima consapevole. La possibilità di amare.”

“Il pregiudizio è tossico, nuoce più dell’eroina, incatrama il cervello soffocando i pensieri in una melma priva d’ossigeno.”

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

“Il Madremoto, un bel titolo inventato da Guido Fabrizi, scrittore schivo e tenace. La storia che racconta l’autore sbuca limpida e fresca da una antica fonte narrativa. È un racconto sincero e struggente che consiglio a chi ama storie vere, e cerca narrazioni che entrino con facilità nella rete emotiva del lettore.” (Dacia Maraini)

Autore: Guido Fabrizi

Editore: Robin

Collana: Robin&Son

Anno edizione: 2022

In commercio dal: 25 febbraio 2022

Pagine: 334 p., Brossura

EAN: 9791254671115


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Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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