I bambini di Haretz di Rosa Ventrella

I bambini di Haretz

I bambini di Haretz di Rosa Ventrella, edito Mondadori

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Rosa Ventrella racconta una pagina di storia sconosciuta ai più “I bambini di Haretz”, sono gli orfani ebrei che cercano di sfuggire alla furia nazista da soli, si nascondono nei boschi, vivono per strada, ogni giorno superato è una vittoria.

Una pagina della storia umana che di umano non ha nulla.  Si combatteva solo per la sopravvivenza, si spegneva completamente il cuore, l’umanità, il senso di protezione per gli indifesi. Bambini lasciati al freddo, al buio, al pericolo senza pietà. Aiutare e nascondere gli ebrei era Verboten.

Margit e Jànos sono due bambini ebrei, i genitori vengono prelevati dalla propria abitazione dai nazisti, ma prima nascondono i piccoli di casa in un mobile, avevano già preso accordi con i vicini, avevano promesso di nasconderli e proteggerli… Peccato che dopo solo tre giorni, era la Vigilia di Natale li mettono fuori di casa e li invitano a nascondersi nel bosco, con loro viveri per pochi giorni. Per i due bambini è meglio morire subito, o cercare la quasi impossibile salvezza da soli nel bosco? Margit è una ragazzina di soli 12 anni e suo fratello Jànos ha solo 8 anni. Era un’epoca in cui i bambini crescevano troppo in fretta, Margit ora ha un unico scopo salvare il suo fratellino e se stessa, se erano ebrei non erano nemmeno considerati più bambini.

Nel loro viaggio per la salvezza incontrano altri adulti che li accolgono per un giorno o due e poi la lotta per la sopravvivenza e la paura li spinge a buttarli di nuovo per strada…

“Uscimmo di sera, per schivare più facilmente i nazisti che pattugliavano le strade. Faceva freddo. La signora Roth ci aveva dato due coperte da avvolgere intorno ai cappotti, insieme a delle provviste che sarebbero bastate per pochi giorni. Non ci avevano salutato dalla soglia come si fa per augurare buon viaggio. Li vedemmo che ci spiavano da una fessura attraverso la finestra. A un tratto il signor Roth aprì la porta e io trattenni il fiato, sperando che per miracolo avesse cambiato idea. Non mi piaceva quella soffitta, ma era meglio della strada. Si possono consegnare due bambini al mondo sconosciuto nel bel mezzo dell’inverno? Non c’è più umanità nei gesti degli uomini, vigeva una sola parola d’ordine: sopravvivenza.”

La Svizzera dissero di raggiungere i signori Roth ai due bambini. Ma come potevano arrivare in Svizzera a piedi partendo dalla Cecoslovacchia?

Dove era finita l’anima degli esseri umani? Come potevano sopravvivere due bambini ai rigori dell’inverno da soli, senza cibo e senza protezione?

Una pagina della storia che provoca i brividi, solo a leggerne le storie…

Qualcuno lo ha chiamato l’inverno del mondo anche se forse era più adatto l’inverno dell’anima.

Leggere questa storia, tratta da una storia vera, mi ha veramente turbato. Cadono tutto in un colpo tutte le idee di superiorità dell’essere umano nei confronti degli altri animali. È naturale per gli animali difendere i cuccioli del branco. Questa storia mi ha veramente messo in ginocchio. Mi ha fatto sentire quasi colpevole e molto fortunata di essere vissuta in epoca di pace, e soprattutto di non far parte di una minoranza senza protezione alcuna.

Questo viaggio dei due bambini verso la salvezza non posso non contestualizzarlo ai nostri tempi con i viaggi della speranza di tanti bambini che muoiono in mare… forse non è vero che oggi abbiamo più anima.

La sopravvivenza, la difesa dei propri spazi vitali fin dove può spingere l’essere umano?

Questa è solo una delle due domande che ti arrivano alla mente e al cuore leggendo questo libro, bellissimo e duro come è duro guardare in faccia la realtà.

Nel loro viaggio i due bambini con Margit febbricitante approdano in una piccola casa dove abitano una mamma con il suo bambino. La donna li accoglie, cura la bambina, ma dopo pochi giorni la paura la spinge a ributtarli fuori nelle tenebre, dicendo loro che nel bosco ci sono altri bambini fuggiaschi, di cercarli e di unirsi a loro. Così incontrano Frantz, un quindicenne che guida in questo viaggio alla sopravvivenza altri bambini ebrei verso la sopravvivenza. Il ragazzo è solo un po’ più grandi dei piccoli che aiuta, anche lui ha visto portare via i suoi genitori e il fratellino dai nazisti. Il viaggio diventa un pellegrinaggio nei luoghi dei campi di concentramento per cercare e portare altri bambini fuggiaschi con loro. Il senso di colpa di non essere riuscito a salvare il suo fratellino lo spinge ad aiutare quanti più bambini possibili.

Non c’era meta in questo viaggio, solo sopravvivere un giorno in più. Sfuggire alla soluzione finale, alla ferocia nazista, e alla paura della gente che non esitava un momento a denunciare anche dei piccoli ebrei.

Il viaggio li porterà fino in Italia, a Selvino dove i militanti della Brigata ebraica sta raccogliendo tutti i bambini sopravvissuti all’orrore per restituire loro l’infanzia perduta e portarli ad Haretz, sono loro il futuro della nazione ebraica.

Solo Margit del gruppo di bambini arriverà viva a Selvino, e sarà proprio lei che anni dopo racconterà questa storia di orrore e di morte dell’anima degli adulti che ebrei, tedeschi, italiani, russi, americani o di qualsiasi latitudine che sono mancati al compito naturale per essere considerati essere umani: quello di proteggere i piccoli.

Oggi a Selvino la casa che accolse più di 800 bambini orfani e sopravvissuti all’orrore, è un museo con le stele con i nomi di ognuno di loro. Perché non si dimentichi.

Una storia da leggere, tutti!

Vi farà forse piangere, vi farà sicuramente indignare, ma sicuramente e me lo auguro di vero cuore vi farà riflettere e forse allontanarvi da un certo revisionismo storico che sta avvenendo nel mondo e nel nostro paese.

La storia è monito, la storia è conoscenza, la storia dovrebbe impedirci di commettere gli stessi errori che a volte possono diventare orrori.

Grazie Rosa Ventrella per averci regalato questo spaccato di storia, che io non conoscevo.

È il 1939 e siamo in una placida cittadina cecoslovacca adagiata sulle rive di un fiume. Margit e János sono cresciuti pattinando sul ghiaccio e correndo nei boschi, dipingendo con la madre e ascoltando jazz col padre. Ma il giorno in cui i tedeschi invadono Praga, la loro vita cambia per sempre. Hanno appena undici e sette anni e, come tanti bambini ebrei, sono costretti a diventare adulti da un giorno all’altro.

Le parate naziste e le svastiche che compaiono sulla bottega del padre sono solo la prima avvisaglia: nel giro di qualche stagione cominciano i rastrellamenti. Prima di essere catturati, i genitori riescono a nascondere Margit e János dai vicini di casa, ma proteggere gli ebrei è verboten, si rischia la fucilazione, e i signori Roth sono costretti a lasciarli andare. Accade così che nel bel mezzo dell’inverno due fratellini inizino a vagare per i campi e le foreste della Boemia, e che presto scoprano di non essere i soli: altri bambini, orfani come loro, stanno attraversando l’Europa alla ricerca della salvezza. Si forma un gruppetto capitanato dal quindicenne Frantz, cuore grande e carisma da capobranco: è l’inizio di un viaggio che durerà diversi anni, durante i quali i sei ragazzini impareranno a cacciare, a fabbricarsi ripari di fortuna e a proteggersi l’un l’altro, proprio come una famiglia. Un cammino destinato a concludersi in Italia, in una grande casa sulle Alpi bergamasche, a Selvino, dove un gruppo di militanti della Brigata ebraica sta accogliendo centinaia di bambini sopravvissuti alla guerra e ai campi di sterminio, per restituire loro l’infanzia perduta e traghettarli verso la terra promessa, Haretz Israel.

Con questo nuovo romanzo, Rosa Ventrella ci consegna una pagina di Storia poco nota, la vicenda dei bambini di Haretz, affidandola alla voce limpida e toccante della giovane Margit. Il risultato è una straordinaria epopea di resilienza e sacrificio, innocenza e coraggio.

Rosa Ventrella è nata a Bari e da oltre vent’anni vive a Cremona. Laureata in Storia contemporanea, insegna lettere, cura laboratori creativi per adulti e ragazzi e collabora con “tuttolibri” de “La Stampa”. I suoi ultimi libri, molto apprezzati anche all’estero, dove è stata tradotta in ben venti lingue, sono Storia di una famiglia perbene (Newton Compton, 2018), dal quale è stata di recente tratta una serie tv, La malalegna (Mondadori, 2019), a sua volta in fase di trasposizione televisiva, e Benedetto sia il padre (Mondadori, 2021).

Genere: Narrativa Contemporanea

ISBN: 9788804749776

252 pagine

Prezzo: € 18,00

Cartaceo

In vendita dal 25 ottobre 2022

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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