Il 28 Settembre uscirà per Alessandro Polidoro Edizioni , il racconto lungo di Vincenza Alfano ” I sopravvissuti”.
Scrivere un racconto spesso viene reputato più semplice soprattutto da chi inizia ad approcciarsi alla scrittura, invece è vero il contrario, riuscire a raccontare una storia senza aver la possibilità di aiutarsi con profili psicologici lunghi , descrizioni , dialoghi, la possibilità di creare empatia come un amico che si lascia, il lettore ed il suo personaggio preferito è più difficile. Per scrivere un buon racconto ci vuole talento.
Io nel ruolo di lettrice da sempre e di professionista da molto meno, cerco nel racconto i punti focali e riesco ad entrarci dentro. Questa era la mia convinzione, ma Vincenza Alfano mi ha completamente spiazzata con il suo racconto lungo “ I sopravvissuti” edito da Polidoro Editore. In questa storia non manca assolutamente nulla è completo, narra una storia difficile e riesce a farti sentire i sentimenti di Mara, l’annichilimento di Alfredo.
Mara, Alfredo e Camilla una famiglia come tante, amici, vita normale. Camilla è il fulcro della vita di entrambi il punto di unione: cosa accade in quell’attimo in cui ti rendi conto che la tua vita sta subendo un terremoto distruttivo?
“ Le notizie che ti spezzano, pensò, come se avesse avuto un’intuizione. Non era l’esatta traduzione di quell’espressione ma, in quella domenica sospesa, chissà perché le venne in mente una cosa così vera, a cui non aveva mai pensato prima. Doveva essere successo qualcosa di grave. Lo sentì subito come un animale che avverte il pericolo senza ragionare”.
“ Alfredo era lì, in piedi, tremava, forse per la paura. La sua stessa paura. Prima voleva capire però. Lui era fatto così, la ragione prima dell’istinto”.
Sopravvivere ai propri figli giovani non è un fatto naturale, anzi potremmo dire che è quasi contro natura.
Come possono dei genitori superare il dolore per la perdita di una figlia ?
Spesso non lo superano, almeno non insieme, si sa ogni persona si approccia al dolore in maniera diversa, inevitabili sono le recriminazioni , le accuse, se tu non avessi detto, se tu non avessi fatto…
Il punto focale di questo racconto lungo di Vincenzo Alfano è proprio questo.
I genitori sono dei sopravvissuti, quel maledetto Erasmus sarebbe potuto essere una bella esperienza di vita, se solo un incidente mortale non avesse spezzato la vita di una ragazza nel pieno della vita e di sogni nel futuro. Camilla non c’è più, Mara e Alfredo sono completamente inebetiti dal dolore, un dolore inimmaginabile.
L’autrice ricama parole ed emozioni, come in un arazzo disegna con il colore delle parole emozioni forti , dolori da squarciare l’anima, il tutto senza quell’esplosione di drammaticità, che sarebbe stato troppo. Racconta Mara ed Alfredo con tutte le reazioni e i forti sentimenti provocati prima dal dubbio, poi dalla certezza, infine l’approccio a quel dolore che spezza in due, una parte di te non c’è più, la vita non può essere mai più normale e serena, quel pezzo di te ti accompagnerà per sempre. Proprio sui sentimenti, sulla sopravvivenza a tutto questo si sofferma la brava autrice, che io ho già avuto modo di leggere in romanzi, e niente Vincenza Alfano è davvero brava a raccontare con le parole i sentimenti forti.
Il dopo, la perdita, il non voler lasciare andare la figlia tanto amata: Lei ci parla con Camilla, la vede ovunque è il suo modo per sentirla ancora vicina.
Alfredo, invece se ne va, forse solo Camilla li teneva insieme, troppi traumi e dolori ha nel suo passato, il più importante, annichilente non permette di vivere la vita di sempre.
Un racconto forte, forse tutte le madri che lo leggeranno si sentiranno con autentico terrore Mara.
Così come tutti i padri in qualche modo si immedesimeranno in Alfredo, un uomo forte, unico custode di un segreto di famiglia, e forse per lui Camilla era casa.
Io consiglio a tutti di leggerlo , per mettere davvero in evidenza la caducità della vita e le priorità della vita, poche sono le cose veramente importanti, e spesso anzi quasi sempre le diamo per scontate.
Vincenza Alfano é nata e vive A Napoli.Scrittrice, giornalista,insegnante. Conduce l’officina della parole, laboratorio di scrittura creativa. E’ curatrice di antologie in cento parole per l’Erudita, l’ultima è l’estate in cento parole ( L’Erudita 2018). il suo ultimo romanzo balla solo per me ( Giulio Perrone editore 2016) è inserito nella classifica dei libri dell’anno 2016 de La lettura del Corriere della Sera. Recentemente ha aggiornato e pubblicato con una nuova veste grafica il saggio A Napolicon Maurizio De Giovanni ( Giulio Perrone Editore 2018).