Io sono Napoli, Alex Hunter. Aurea Nox
“Da questo palcoscenico spero vi siano arrivate emozioni e attimi di spensieratezza e anche tante riflessioni, perché questa rappresentazione racconta un popolo e una terra tra tante sfumature inedite.”
Non si dovrebbe partire dalla fine, eppure preferisco farlo, per confermare l’esito favorevole del buon auspicio con cui Alex chiude la narrazione.
Un’idea brillante quella di Napoli, bella signora, che parla di sé.
Appena apro il libro si apre il sipario ed eccola lì a raccontarsi; lo spettacolo va in scena e lei ci tiene compagnia con aneddoti, stralci di storia, personaggi, curiosità, “novità” forse solo in parte, ma illuminate da una nuova luce, in un’armonia di parole e di suoni tipici della commedia napoletana.
Ci son dei momenti in cui mi par d’essere a teatro con il principe della risata o con i fratelli De Filippo, altri invece a spasso tra i vicoli con alcuni personaggi di Maurizio De Giovanni. Mi ritrovo idealmente ad accompagnare il brigadiere Maione dal suo informatore, il simpatico femminiello Bambinella, con una consapevolezza tutta nuova: “il femminiello è sacro, è parte integrante del tessuto sociale di questa terra, un uomo con un’anima femminile, molto esuberante.”
Ed ecco che la lettura produce già i suoi effetti e Napoli si presenta terra d’accoglienza, maestra d’inserimento sociale, senza distinzione di sesso e di razza.
È un vero e proprio viaggio culturale capace di fugare tanti stereotipi. Tante le chicche che incuriosiscono e arricchiscono.
Sono in tanti a sapere che la Madonna di Montevergine verso il 1200 salvò due omosessuali?
Rivisitare le proprie conoscenze è molto importante, soprattutto se ci sono informazioni atte a modificarle.
E in questo libro c’è veramente di tutto, non solo semplici curiosità, ma una miriade di sfaccettature del mondo della cultura (ricette, arte, carte da gioco, raccolta differenziata, unità di misura, accoglienza, musica e canto, San Gennaro e il tesoro, streghe, università, etc.), in definitiva tutto ciò che appartiene a “ieri” per dare risalto a un “oggi” da riscoprire per assegnargli il valore che merita.
Leggendo viene spontaneo anche confrontare conoscenze ed esperienze personali legate al territorio di appartenenza. Infatti, quando incontro la figura di Diana, a’ Janara, una religiosa che mascherava la sua natura di strega, il confronto con un folletto salentino è immediato. Somiglia infatti al nostro Laurieddhru, anche lui svelto a intrecciare la criniera ai cavalli e a sedersi sui malcapitati dormienti, togliendo loro il respiro.
Le sorprese non mancano e insieme a Genna’ faccia gialla, Gennarino Capuozzo, ‘o Pazzariello, Zingarello e altri, il nostro viaggio continua, tra sapori e aromi, con la cuccumella e il biscotto all’amarena, con la minestra maritata e il ciccio muert, con lo sguardo attento a Napoli pioniera, al tempo di Ferdinando II di Borbone, di una raccolta differenziata fin dal 1832, e al suo dialetto lingua ufficiale sotto il dominio aragonese.
Potrei continuare con innumerevoli esempi, ma lascio al lettore il piacere della scoperta.
Con “IO SONO NAPOLI” Alex Hunter ha reso omaggio alla sua città in modo mirabile. Non resta che leggerlo.
“Questi sono i napoletani, tra una lacrima e una risata bonaria, sono sempre allegri e fanno sorridere con loro la tristezza e con un alito di vento, che passa velocemente sulle note di una canzone, vanno avanti giorno per giorno.”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Il romanzo “IO SONO NAPOLI“, scritto dall’autore Alex Hunter, è un’opera affascinante che mette al centro la città di Napoli, la quale prende la parola in prima persona per raccontare la sua storia, le sue sfide e la sua autentica essenza.
Alex Hunter, nativo dei Quartieri Spagnoli è un autore di spicco che ha recentemente pubblicato una raccolta di poesie intitolata “Poesie dagli abissi dell’anima“, affrontando temi sociali che invitano alla riflessione, trasmettendo speranza e rivelando la sua crescita personale e spirituale.
In questo nuovo libro Alex crea un ritratto coinvolgente di Napoli spiegando la motivazione nella sua decisione di dare voce a Napoli stessa, città che si trova spesso circondata da pregiudizi e stereotipi negativi. L’autore cerca di rompere questi schemi, offrendo a Napoli l’opportunità di raccontarsi e di esprimere la sua identità autentica.
Napoli, nella narrazione, emerge come una città che ha affrontato molte sfide, ma che ha imparato a rialzarsi ogni volta. Alex respinge gli stereotipi che ritraggono Napoli solo come la città della Camorra e del degrado, poiché ha sperimentato personalmente la bellezza e la vitalità della sua terra d’origine.
La città di Napoli, rappresentata in prima persona, condivide la sua storia millenaria, i suoi legami con la cultura, l’arte e la musica, e l’energia derivante dall’interazione di diverse etnie e popoli. Napoli si presenta come una madre accogliente e inclusiva, aperta a tutti indipendentemente dal colore della pelle e dalle inclinazioni sessuali. L’anima di Napoli è contraddistinta da una profonda umanità e da una connessione con le storie di speranza e amore che si sono svolte nelle sue strade.
Il romanzo offre quindi uno sguardo privilegiato sulla città di Napoli, scritta da un cuore indigeno, rivelandone la sua resilienza, la sua storia e la sua capacità di accogliere e ispirare.
L’opera rappresenta un tributo appassionato a questa città ricca di cultura, tradizioni e bellezza, in grado di sfidare ogni pregiudizio e di toccare il cuore dei lettori.
Nato a Napoli alla fine degli anni Sessanta, ai Quartieri Spagnoli, una zona del centro della città con problematiche socioculturali, la vita è stata dura con me, ho bruciato tappe importanti della mia infanzia, tra assistenti sociali, affidi, senza punti di riferimento da parte di genitori assenti, ho fatto esperienze negative che nessun bambino dovrebbe vivere, durante il cammino della mia adolescenza ero un cane sciolto ero sempre in bilico tra legalità e l’illegalità.
Credo che la mia fortuna è stata sempre la riflessione anche se molte volte ho agito impulsivamente…
Negli anni ho cercato di migliorare il mio stato sociale, volevo uscire dai soliti cliché stereotipati
“Quartiere spagnoli sommato allo scugnizzo il risultato era il delinquente di turno.”
Per sopravvivere nella giungla dei perché ho fatto tanti lavori umili, qualcuno anche sulla soglia dell’illegalità.
Le avversità negli anni sono state sempre più nefaste, affrontando la malattia di mia moglie che nel tempo si è evoluta in schizofrenia cronica delirante.
Anche se non avevo un formazione scolastica ho cercato sempre migliorami e di comprendere, leggere, studiare da autodidatta…
Nella scrittura ho ritrovato me stesso sono riuscito ad esprimere emozioni e pensieri sepolti nella profondità dell’animo
Mi sono occupato nell’ ultimo ventennio di consulenza spirituale e progetti di utilità sociale, collaborando con comunità di recupero di tossicodipendenze, prostituzione…
Ho rivestito il ruolo di Spiritual Coach, trattando temi sulla guarigione dell’anima.
Un percorso importante è segnato dalla certificazione presso
l ‘istituto biblico M.I.E, una influenza preponderante nelle mie opere, insieme al bagaglio esperienziale e relazionale.
Il fine del mio lavoro letterario è lo stesso aspetto che lo potrebbe definire, il genere della “poesia sociale”
Attraverso le righe di questa mia nuova avventura, vorrei trasmettere ed esortare con testimonianze di esperienze di vita quotidiana anche negative se uno inizia a cercare il cambiamento interiore e quello delle circostanze esterne si ha un rinnovamento mentale e circostanziali si acquisisce, autostima, determinazione e forza d’animo.
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Spettacolare! Terry Lezzi sempre più incisiva e d efficace! Grazie!