La cura dell’acqua salata, Antonella Ossorio

La cura dell'acqua salata, Antonella Ossorio

Nell’ultimo romanzo di A. Ossorio le unità aristoteliche di tempo e di luogo si frantumano per dar vita ad un impianto complesso che si articola in tre piani temporali ed altrettanti luoghi diversi tra loro: 1730, Galizia; 1943, Napoli; 1915, Tripolitania.

La vicenda prende le mosse dalla creazione di un gioiello ad opera di Brais Barreiro, famoso orafo galiziano. L’oggetto in questione, una collana in filigrana con pendente, il sapo gallego in gran voga tra le dame del tempo, è stato realizzato su commissione ed è destinato ad un sontuoso decollete. Ma, una volta terminato, il sapo è a tal punto perfetto da esercitare una malia sul suo autore. Esso, infatti, è l’esatta misura del suo genio e questi, nel rimirarlo, prima di separarsene, ne rimane catturato a tal punto da non volersene più disfare. E, nel dirgli “Mio”, segnerà per sempre il destino suo e dei suoi discendenti, legandolo indissolubilmente a quello del sapo.

La cura dell’acqua salata è la storia di una maledizione che attraversa i secoli, maledizione esercitata dal gioiello, che tutti seduce e tutti castiga. Impossibile sottrarvisi, in quanto il sapo va tramandato di generazione in generazione, custodito e protetto a tutti i costi. Tanto che il capostipite, Brais Barreiro, pur di tenerlo con sé, arriva a uccidere ed è costretto a fuggire, a cambiare nome e a rifondarsi altrove. Quell’altrove sarà Napoli, città presso la quale Brais approda alla fine di un interminabile e tormentato viaggio a bordo di un mercantile dopo aver girato in lungo e in largo per il Mediterraneo. In realtà più che approdato Brais viene scaraventato, quasi cadavere, sulla terraferma per timore di un contagio. Qui, raccolto e curato da una donna, che diventerà sua moglie, darà origine alla genia dei Romeo su cui grava il segreto del sapo.

Si dovrà arrivare al 900, ai giorni dell’arrivo degli americani a Napoli per liberarsi dalla pesante eredità foriera di dolore e di sventura. E ci vorranno il candore di un bambino e la saggezza di un vecchio per poterlo fare. Sarà la memoria ancestrale, quella voce antica che scorre nel sangue e impone l’obbedienza senza chiedersi il perché, a muovere i loro passi e i loro gesti per spezzare la maledizione.

Il romanzo è dedicato al genio luminoso e profetico di Lamont Young, che sogno’ per Napoli un futuro magnifico. Il suo progetto per decongestionare la città, che disegnava una metropolitana ante litteram ed un nuovo quartiere che collegasse Santa Lucia ai Campi Flegrei attraverso una rete di canali, come a Venezia, con terme, giardini pensili, terrazze, stabilimenti balneari, alberghi e case galleggianti, fu rifiutato. L’area fu destinata all’Italsider, e l’architetto, accusato di mancanza di visione, morì suicida nella sua casa di PizzoFalcone.

Il titolo del romanzo è tratto dal passo di un’opera di Karen Blixen, in cui l’autrice suggerisce l’acqua salata come cura per tutti i mali, sotto forma di sudore, lacrime o acqua di mare. Romanzo visionario come l’architetto cui è dedicato, sul tema dell’identità e delle  radici. Una lingua ricca, opulenta direi e varia. Si va dal dialetto napoletano al galiziano, passando attraverso un repertorio di accenti, proverbi e modi di dire, che affondano fortemente le radici in un comune patrimonio linguistico che è bello scoprire non dimenticato in quest’era di globalizzazione. Da leggere assolutamente.

Donatella Schisa

Titolo: La cura dell’acqua salata

Autore: Antonella Ossorio

Editore : Neri Pozza

Collana : I narratori delle Tavole

Prezzo: € 17 

Antonella Ossorio

Antonella Ossorio è autrice di libri di narrativa per bambini e ragazzi pubblicati da Einaudi, Rizzoli, Giunti, Electa e altre Case Editrici. Nel 2014 è uscito per i Coralli Einaudi il suo romanzo La mammana (Premio Società Lucchese dei Lettori 2015).

La trama

Napoli, 1766. Al tocco delle undici antimeridiane Brais Barreiro sente con certezza che quello sarà il suo ultimo giorno di vita. L’origine dei suoi tormenti affonda le radici in un tempo e in un luogo lontano, la Galizia del 1730, quando, giovane orafo di talento e di riconosciuta fama, gli viene commissionato un gioiello senza eguali:  una collana d’oro con uno scintillante pendente, noto come sapo gallego per  l’affinità tra la superficie scabra del gioiello e la pelle del rospo.
Portata a termine l’opera, destinata al sontuoso décolleté di donna Delícia Castro, Brais scopre che l’idea di privarsene gli provoca una sofferenza inaspettata, un  autentico sentimento di lutto. Il sapogallego non è un semplice oggetto  senz’anima, ma l’esatta misura del suo genio, una corda tesa sul confine tra umano e divino. Per questo motivo quando il committente del gioiello, Santiago Castro, si reca da lui per reclamarlo, la reazione di Brais è inconsulta e irrazionale: afferra un coltello e colpisce a morte l’uomo.
Confuso dalla natura del proprio gesto, terrorizzato dagli scenari che gli si  prospettano dinnanzi, a Brais non resta che afferrare la custodia del sapo e darsi alla fuga imbarcandosi, sotto le mentite spoglie di Santiago Romero, su un  mercantile britannico diretto in Italia.
Un viaggio che lo porterà a confrontarsi con la vera natura del sapo, nel quale si  concentra un oscuro e spaventoso potere destinato a gravare come una  maledizione sulla storia della famiglia Romero negli anni a venire.
Con una prosa elegante ed evocativa, Antonella Ossorio ha scritto un romanzo impeccabile per solidità della trama e veridicità storica, una rocambolesca saga di una famiglia che, dalla Galizia del 1730 alla Napoli della Seconda guerra mondiale, è vittima di una singolare maledizione.

Pubblicato da Donatella Schisa

Donatella è nata e vive a Napoli. Dopo gli studi classici, si laurea in Giurisprudenza coltivando parallelamente la sua passione per la scrittura. E' autrice di numerosi racconti pubblicati in diverse antologie; e si è classificata seconda alla XXV edizione del Premio Nazionale Megarls per la narrativa. il suo primo romanzo è " Il posto giusto"

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