La leggenda del Cavallo Senza Testa affonda le sue radici nella Catania del 1700, nella barocca Via Crociferi, il cui nome deriva dalla Chiesa di San Camillo dei Crociferi,creata su commissione dei padri Crociferi che con opere pie portavano conforto alla popolazione, e che oggi è una delle vie più affollate nonché uno dei centri più frequentati della movida etnea. Un secolo dopo il terremoto devastante che investì Catania nel 1693, la ricostruzione vide rinascere una città ancora più bella, e la Via Crociferi con la sua arte barocca ne è una chiara testimonianza. Ambiente elegante e lontano da “occhi indiscreti”, divenne residenza della nobiltà locale e luogo ideale in cui tenere i propri convegni notturni,gli incontri segreti tra amori clandestini,le congiure politiche e cospirazioni di varia natura. Era di fondamentale importanza quindi, mantenere la riservatezza su tali scelleratezze e soprattutto, era di vitale necessità non essere riconosciuti. Facendo leva sulla semplicità, sull’ignoranza e sull’ingenuità della gente, venne messa in giro la voce che in quella via, nelle ore notturne, dal tramonto all’alba, si aggirasse un cavallo senza testa. Il popolo, innocente e credulone si intimorì facilmente, tanto che nessuno osava avventurasi fuori casa dopo il calar del sole.
La curiosità,unita all’incoscienza della giovane età, spinse un ragazzo a fare una scommessa con i propri amici per dimostrare che quella del Cavallo Senza Testa, fosse solo una storia inventata. Scommise, pertanto, che nel cuore della notte si sarebbe recato in via Crociferi e per provarlo avrebbe piantato un chiodo sotto l’Arco del Monastero delle Suore Benedettine, che si narra venne costruito nel 1704 in una sola notte. E così fece.
Il giovane non si accorse però che un lembo del mantello rimase impigliato nel chiodo. Sentendosi strattonare e non riuscendo a divincolarsi, credette di essere stato catturato dal Cavallo Senza Testa e per lo spavento morì di crepacuore. Il ragazzo ci rimise la vita ma la sua morte non fece altro che rafforzare, involontariamente, la credenza che il Cavallo Senza Testa esistesse realmente. Da allora, dovettero passare parecchi anni prima che qualcuno transitasse di notte lungo la Via Crociferi.
Si narra, comunque, che ancora oggi sia visibile sotto l’Arco il foro lasciato dal chiodo e c’è chi giura di aver udito, di notte, lo scalpiccio degli zoccoli del cavallo sul basolato lavico che riveste la Via Crociferi.
Teresa Anania
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