Mordi e Fuggi di Alessandro Bertante

Mordi e Fuggi

Mordi e Fuggi di Alessandro Bertante, edito Baldini + Castoldi.

Mordi e fuggi

Un partito che non si rinnovi con le cose che cambiano, che non sappia collocare ed amalgamare nella sua esperienza il nuovo che si annuncia, il compito ogni giorno diverso, viene prima o poi travolto dagli avvenimenti, viene tagliato fuori dal ritmo veloce delle cose che non ha saputo capire ed alle quali non ha saputo corrispondere.”

Aldo Moro

Venti anni. Una vita davanti, tanti sogni da rincorrere, tanti progetti da realizzare. Spesso, ideali predefiniti, bramati soprattutto dalle famiglie, dalla società, dal contesto nel quale si vive e a cui si appartiene. Come se non ci potessero essere alternative a quelle aspettative stabilite a monte da altri, che incasellano, indirizzando ciascuno verso un percorso dal quale non si può deviare. Un modello preparato, uno stereotipo che rappresenterà la linea guida di un individuo in maniera imperitura. Ma ci si dimentica di fare i conti con la vita, il destino, il fato o in qualsiasi altro modo si voglia definire l’esistenza di ogni essere umano, che a volte ha fantasie bizzarre, e riserva ad alcuni vite sorprendentemente fuori dai ranghi, sopra le righe, lontane da qualsiasi fantasia ardita e innovatrice. 

Ed è ciò che capita ad Alberto Boscolo, protagonista di questo superlativo romanzo, che a un certo punto decide di dare uno strappo netto a quell’esistenza che gli appare statica, monotona e priva di passioni. Diplomato al liceo Beccaria con il massimo dei voti, nell’autunno 1968 si iscrive all’università, facoltà di Lettere e Filosofia in Statale. Qui conosce Anita, della quale si innamora profondamente, di un anno più grande di lui e già militante nel Movimento Studentesco. 

“Nella seconda metà del 1969, la lotta politica aveva fatto un salto di qualità decisivo, soprattutto per il movimento operaio. Pochi giorni prima c’era stato lo sciopero generale, era dal 1948, il giorno dell’attentato a Togliatti, che non veniva proclamato. I sindacati metalmeccanici erano finalmente uniti per il rinnovo del contratto nazionale, uniti e determinati, mentre nelle fabbriche di Milano le aggregazioni politiche di base, i CUB, stavano radicalizzando la lotta in senso rivoluzionario. Noi giovani studenti del collettivo ammiravamo gli operai, lavorare insieme a loro era una cosa nuova ed entusiasmante; era reale, potevi sentirla sulla pelle perché era una battaglia che cresceva giorno dopo giorno, insieme alla consapevolezza di chi la combatteva.”

“…gli operai volevano più potere, volevano contare politicamente nelle scelte dello Stato. E dopo la bufera del Sessantotto, noi studenti eravamo finalmente pronti ad appoggiare le loro lotte, marciando uniti nella stessa battaglia.”

Ma per Alberto tutto questo è ancora poco. Non si sente ancora sufficientemente appagato; vuole contribuire in tutti i modi a dare una svolta alla Storia e vuole lui stesso farne parte, in maniera decisiva e determinante. Piano piano si avvicina a quel movimento estremista passato, dopo varie evoluzioni, a chiamarsi inizialmente “Brigata Rossa”, che tra le prime operazioni compie un attentato di tipo incendiario ai danni di Giuseppe Leoni, dirigente della Sit-Siemens, capo del personale e democristiano dichiarato, a detta della maggior parte degli operai una carogna arrogante e presuntuosa. L’attentato viene ovviamente rivendicato, e il nome acquisisce il plurale, “Brigate Rosse”, per sottolineare la vastità della lotta. 

Per noi era fondamentale che ciò che teorizzavamo nei nostri comunicati avesse sempre un’applicazione pratica, gli operai e i compagni in generale dovevano sapere che le Brigate Rosse facevano le cose che promettevano. Anche i dirigenti servi del capitale dovevano saperlo.”

Quando scegli la via della rivoluzione armata la violenza non è un optional ma una strada obbligata che devi percorrere senza nessuna indecisione. Quando punti una pistola, sai che prima o poi dovrai sparare.”

L’evoluzione dei fatti obbliga i componenti delle BR alla clandestinità. E Alberto è costretto a fare i conti con se stesso. Lontano dagli amici, dalla famiglia, dagli studi, da quell’amore che lo ha travolto ma a cui ha dovuto rinunciare proprio in nome della sua ideologia, sprofonda in una sorta di abissale depressione: le sue diventano giornate scandite dall’alcool, dal fumo, dalle eventuali notizie riportate sui giornali relative alle loro azioni rivoluzionarie. Null’altro riesce più a stimolarlo, a dare il un reale senso ai suoi soli vent’anni, a trovare la sua giusta collocazione in un mondo che si ritrova a vivere un momento storico delicato, incerto e in continuo cambiamento…

Bertante è riuscito a dar vita a un romanzo straordinario: tra cronaca e finzione, racconta magistralmente di quello squarcio di tempo a tutti noto come gli “anni di piombo”, lasciando al protagonista la narrazione in prima persona. La ricostruzione di quei momenti è minuziosa e dettagliata: c’è Milano da un lato, gelida, piovosa, o anche afosa, appiccicosa; dall’altro ci sono i desideri, i sogni, le aspettative tipiche dei ventenni, convinti e determinati a lasciare un’impronta indelebile in una Storia che probabilmente non li rispecchia, non li rappresenta, non è in grado di saperli ascoltare. 

In un crescendo di azioni e operazioni della durata di circa due anni, l’autore, con un ritmo serrato e incalzante, catapulta il lettore in un passato complesso e articolato. I fatti, sicuramente, ma anche le emozioni, le sensazioni, le illusioni e le speranze di tanti giovani si intrecciano con una grandissima intensità, puntando i riflettori proprio sui fattori umani, sull’empatia e sul senso profondo del concetto di unione e cameratismo, che in questo romanzo si accostano e quasi prevalgono rispetto alla cronaca asettica e fredda. 

Una lettura di enorme impatto, non solo storico, ma anche soprattutto, emotivo e umano. 

Un libro appassionante e vivido, che tutti dovremmo leggere almeno una volta, non solo per conoscere un pezzo di storia, ma anche per immedesimarci in quei giovani ragazzi, mossi da entusiasmo ed ideali, anche non condivisibili, ma che in quel periodo turbolento hanno sicuramente rappresentato la loro forza motrice.

“Il popolo è sempre muto, la storia di tutte le rivoluzioni è la storia di un manipolo di esaltati che cerca di spezzare questo luttuoso silenzio.”

“Perché allora noi, i maledetti tenaci e forsennati noi, siamo così convinti che questa nostra idea così assoluta e spudorata possa essere vincente, perché crediamo nella rivoluzione se non sappiamo neanche quanti davvero siano disposti a condividerne il sogno?”

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro.

Autore: Alessandro Bertante

Editore: Baldini + Castoldi

Collana: Romanzi e racconti

Anno edizione:2022

In commercio dal:20 gennaio 2022

Pagine:208 p., Brossura

EAN:9788893884693

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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