“LA NOTTE DI SAN GIOVANNI TRA RITI, TRADIZIONI E MAGIA”

“I sogni sono veritieri e ciò che è impossibile si avvera” (W. Shakespeare)

La notte di San Giovanni, la notte più breve dell’anno, è quella che precede la ricorrenza della nascita di San Giovanni Battista.  Notte alla quale sono legate numerose tradizioni, credenze e superstizioni millenarie.  Conosciuta come notte delle streghe, ovvero quelle donne alle quali venivano attribuite connotazioni negative solo per il fatto di conoscere le erbe medicinali, che usavano per preparare pozioni curative che venivano considerate magiche e demoniache.

Acqua di San Giovanni: La leggenda racconta che durante questa notte considerata magica al punto tale che ogni cosa possa accadere e ogni desiderio divenire realtà, le erbe bagnate dalla rugiada abbiano un potere curativo in quanto ricche di energia positiva data dall’influsso lunare. Era ed è usanza che, al tramonto precedente la notte di San Giovanni, le donne, digiune e a mani nude raccolgano un misto di sette fiori ed erbe selvatiche, tra cui il rosmarino, la malva, la lavanda, l’artemisia, i petali di papavero e di camomilla senza dimenticare l’iperico, detto proprio erba di San Giovanni.  Il raccolto va poi posto all’interno di una ciotola non di plastica, e lasciato a bagno in acqua tutta la notte all’esterno dell’abitazione in modo tale che assorbendo la rugiada del primo mattino, l’acqua abbia un potere curativo e allontani l’invidia e la maldicenza.  Si avrà cura di lavare le mani e il viso e tamponare il corpo. L’acqua avanzata e non utilizzata entro le 24h deve essere regalata.

Olio di San Giovanni: Altro rito propiziatorio è l’olio di San Giovanni ottenuto dalla macerazione dei fiori freschi di iperico, noto appunto come erba di San Giovanni. Questi una volta raccolti vanno separati dai gambi e messi in un barattolo di vetro con l’aggiunta di olio extra vergine di oliva e lasciati macerare per tre mesi. L’olio ottenuto ha proprietà antisettiche, antinfiammatorie e cicatrizzanti.

Nocino: Vi è poi la preparazione del liquore nocino, dal forte potere digestivo. Si narra che la notte di San Giovanni bisogna raccogliere il mallo di 33 noci verdi, non ancora giunte a maturazione, tagliato in quattro e messo a macerare in un litro di alcool fino alla notte del 31 ottobre. Dopo più processi di filtraggi va fatto riposare e non può essere consumato prima di Natale.  La raccolta deve essere fatta da donne a piedi scalzi per stabilire un contatto fisico con madre Natura. La relazione tra un liquore e la notte di San Giovanni può essere spiegato solo dal legame simbolico tra le due notti cariche di simbolismo ed entrambe considerate notti delle streghe.

Tre Fave: Il rito delle tre fave è uno di quelli dedicati alla possibilità di trovare marito. Le fave devono essere appunto tre; una deve essere sbucciata totalmente, una a metà e una deve rimanere “vestita”.  Occorre poi incartarle una per una come fossero delle caramelle e poste sotto al cuscino sul quale ci si accinge ad addormentarsi. Il mattino seguente in base a quale fava verrà pescata e scartata si avrà un marito ricco se si è presa la fava vestita, benestante se si tratta della fava sbucciata a metà, povero se la fava scartata sarà quella totalmente sbucciata. Anche porre un mazzetto di foglie di alloro sotto al cuscino pare possa rivelare in sogno il volto del futuro marito.

Falò di San Giovanni e Comare o Compare di Mazzetto: Tra tutte queste usanze e credenze popolari, quelle però sicuramente più note sono i falò di San Giovanni e il cosiddetto “ Cummari o Cumpari di Mazzettu”. Quest’ultimo viene ancora oggi usato per rafforzare le amicizie. Si raccolgono dei fiori che verranno avvolti in un fazzoletto di cotone finemente ricamato e consegnato all’amica o all’amico designato. Questi dovrà ricambiare allo stesso modo nella giornata dedicata ai Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno.   I falò di San Giovanni quale rito propiziatorio per allontanare il malocchio, la sfortuna e l’invidia purificando e rinnovando tutto con il fuoco della cui cenere deve poi essere cosparso il capo per essere protetti da qualsiasi male. Lo scopo del rituale del fuoco era inoltre quello di rafforzare il sole poiché iniziando dal 24 giugno in poi ad accorciarsi le giornate, il sole si indebolisce e ha bisogno di essere rinvigorito.  Anticamente si danzava e si cantava attorno ai falò, non facendo mancare il lancio di oggetti vecchi tra le lingue di fuoco o addirittura si giurava amore eterno alla propria donna saltando tra le fiamme.

In ogni rituale di cui abbiamo parlato ricorre un simbolismo legato alla numerologia e in particolare ai numeri 3, 7, 33 (3 fave;7 fiori; 33 noci) dei quali faremo un brevissimo accenno poiché la discussione sarebbe veramente lunga da affrontare. Il numero 3, numero perfetto per eccellenza e magico per antonomasia, legato alla Trinità, è quello della totale armonia tra corpo mente e anima.  Il numero 7, simbolo di perfezione associato ai doni dello Spirito Santo, alla Creazione oltre ad avere forte valenza esoterica.  Il numero 33 corrisponde all’età della morte di Cristo, quindi simbolo di sacrificio per ottenere un beneficio, all’età di Giuseppe quando sposa la Vergine Maria. 33 è il numero delle volte in cui il nome di Dio viene pronunciato nel libro della Genesi. È il numero della saggezza, dell’equilibrio, dell’armonia, della crescita e del risveglio spirituale. Non è certo un caso che questi numeri siano associati ai riti della notte di San Giovanni.

Curiosità: I nati la notte di San Giovanni sono dotati di poteri spirituali e carismatici particolari.

Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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