La valle delle rune:OI, Irene Salidu

La valle delle rune: OI, Irene Salidu. Aurea Nox

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“… da qualche parte nell’universo una piega del tempo aveva loro giocato uno scherzo.”

La prefazione mi guida, l’introduzione dell’autrice mi conquista e se è vero che “Lo scrittore è colui che sa raccontare, con parole che scivolano come fiume, e scorrono dalle pagine al cuore”, io leggo di continuo fino all’ultima pagina. Riprendo subito dopo dalla prima e rileggo tutto, perché la figura di Caterina mi piace molto. Voglio rivivere il suo incontro con la bambina, l’abbraccio, le carezze, il racconto di sé e lasciarmi cullare dalla bellezza dei versi e dalle parole sussurrate da un’anima antica nel suo viaggio nella vita, sull’onda dei ricordi.

L’anziana donna approda da Oi, un mondo parallelo, e il suo incontro con la bambina è tutto un cercarsi, incontrarsi, scoprirsi, riconoscersi, per giungere ad aver cura di sé.  È un cammino interiore illuminato dalla speranza, con lo sguardo al futuro pieno di domande, mentre tiene stretto il sé bambino appena ritrovato.

Chi è Caterina? Chi era? Perché è qui, ora?

Scopriamo, leggendo, che lei era stata una bambina strana e ribelle. Si chiudeva in un mutismo totale e aveva imparato a nascondere la sua stranezza, rifugiandosi nel suo magico mondo, dove poteva essere sé stessa.

“Caterina si era nascosta agli occhi di chi non riusciva a capire quanto aveva da dare, da dire, da scrivere.”

Fa riflettere questo allontanarsi dagli altri, incapaci di vedere, di ascoltare, di capire e, da adulti responsabili, ci si sente chiamati in causa. Quanto non vediamo, quanto trascuriamo di ascoltare, quanto, a nostra volta, non siamo visti e ascoltati?

Il mondo delle emozioni affiora nella narrazione di Caterina, e lei, attenta conoscitrice, le declina in modo mirabile, nelle forme, nei colori, nella loro specificità.

Dolore solitudine paura invidia rabbia cattiveria …

Vanno in scena una ad una, presentandosi, risuonando nell’animo e a me par d’essere a teatro. Mi ritrovo lettrice-spettatrice di uno spettacolo sapientemente allestito.

Quanta tenerezza ispira quella bimba che ne accoglie le parole, strana anche lei, diversa, speciale, pronta a trovare un nome a quel mondo parallelo. È ‘Oi’, il contrario di Io, il mondo in cui Caterina non era mai sola, aveva il suo compagno con cui parlare e il vuoto dei lunghi silenzi era cullato dagli sguardi.

“Chi ti concede di leggere ti affida la sua anima. Perché chi ama sa leggere…”

Mi fermo con Caterina, quando vede i suoi occhi riflessi in quelli della bambina, per cogliere “quel tipo di stranezza che fa diventare le persone diverse, le fa essere colore in una giornata di pioggia”.

La narrazione di Irene Salidu, nell’affidarci “La valle delle rune”, con i suoi misteri, è carezzevole.  La carta diventa terra d’approdo per i suoi pensieri che, lasciati fluire liberamente, giungono a noi in versi o in prosa, nelle forme prescelte: parole magiche, del mondo dei pensieri profondi.

“Sarebbero tornati ad ascoltare

il magico suono

di un filo d’erba che cresce”

“Caterina la guardò e nei suoi occhi vide l’alba. La bambina vide il crepuscolo nei suoi occhi.”

“La bambina osservava Caterina, leggendo il tempo in ogni piccola piega, in ogni macchia della pelle, in ogni sospiro. Sentiva che il tempo e lo spazio avevano concesso loro qualcosa di speciale, ma non sapeva di preciso cosa.”

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

IL MONDO SARDO DI IRENE SALIDU

Irene Salidu è una perla vera, una goccia di cristallo racchiusa in una valva non visibile ai più. E come lei è tutto ciò che sgorga dalle acque profonde della sua anima, impressa in punta di penna sulle pagine che la compongono. Non basta avere un cuore per sentirla, né una voce per leggerla. Servono occhi, a tratti ben aperti, altre volte soc-chiusi, in ascolto, verso il centro del petto dove urla il dolore di una vita negata.
Irene non sa definirsi né scrittrice né poetessa, eppure prende per mano chi leggendo la sente e l’accompagna nel profondo segreto del suo essere, con uno stile originale dove pennellate di immagini, emozioni, profumi attraversano sia la prosa che la poesia. Il romanzo è un cammino a ritroso che sconcerta e ac-carezza al tempo stesso, seguendo i rintocchi emotivi di un’anziana donna, Caterina, un’anima ridotta a granello di sabbia che risale il sentiero della vita fino al principio, quando era una roccia. È un tornare dove tutto ha avuto inizio, un percorso guidato da una forza interiore, misteriosa calamita che la sprona a lasciare il suo sicuro giaciglio, sulle rive di un ruscello a lambire la valle dove l’anima è a casa.
Ma il passato non può restare in silenzio, non sa scordare cosa è accaduto, quando il cuore è stato costretto a ritrarsi per continuare a “vivere” e negli occhi è cresciuto il tormento.
“La valle delle Rune. Oi” è un arcano richiamo oltre i confini del corpo. È risveglio, impietoso ricordo che affiora. È magia, ritorno, ritrovo, contatto, speranza, perdono. È la storia di una donna partita da un mondo forse parallelo, dove l’uomo può esprimere il proprio io, lontano da chi considera strano, diverso, pazzo colui che sa essere profondamente puro, in stretto contatto con le proprie emozioni e le forze della Natura. “La valle delle Rune. Oi” è un urlo muto di occhi che si riconoscono, parole che si ascoltano, mani che si capiscono, emozioni che di-ventano consapevolezza, sfiorando il senso del viaggio. Come le Rune celtiche, piccole pietre simboliche usate per invocare le forze della Natura e degli antenati, questo romanzo pone domande che forse non avranno mai risposte, ma porteranno nuove domande, fino a toccare quel mistero che unisce gli uomini e le donne con l’Universo, in una culla senza tempo e senza spazio, dove scoprirsi più umani, donando alla parte profonda di ogni intima sofferenza il perdono, privilegio di pochi.

Ed è il perdono l’essenza del viaggio, di una donna che dona se stessa per se stessa, per la bambina che negli occhi ha ancora l’alba, per la donna che ora può tornare su Oi, col crepuscolo negli occhi.

Entrambe Caterina, nessuna più Caterina.

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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