Non è al momento raggiungibile di Valentina Farinaccio

Non è al momento raggiungibile

Non è al momento raggiungibile , Valentina Farinaccio. Edito Mondadori. In uscita oggi …

La storia di un influencer Instagram, diventata famosa per caso e la gestione dei problemi che ne conseguono…

Non è al momento raggiungibile

“Per essere noi stessi, dobbiamo avere noi stessi – possedere, se necessario ri-possedere, la storia del nostro vissuto. Dobbiamo «ripetere» noi stessi, nel senso etimologico del termine, rievocare il dramma interiore, il racconto di noi stessi. L’uomo ha bisogno di questo racconto, di un racconto interiore continuo, per conservare la sua identità, il suo sé.”
Oliver Sacks

Il titolo fa già pensare alle tante telefonate andate a vuoto, con quella risposta che ci lascia sospesi e incerti sul da farsi. La copertina dà conferma di una scelta di pausa cercata, di un cellulare spento per ritrovare la tranquillità su un divano immerso nel verde.
Curiosa, inizio a leggere, e mi approprio subito del titolo rendendolo operativo, perché fino a quando non finirò l’intero romanzo non voglio essere raggiungibile.


Una scelta dettata dalla narrazione in prima persona che mi coinvolge fin dalle prime pagine. Seguo la vita di Vittoria con partecipazione, vivo le sue emozioni, chiedendomi come andrà a finire e intanto sono con lei, a rivivere i tanti momenti di vita che l’hanno condotta da Mina, a cercare una soluzione con quel nuovo metodo che scende nel profondo per arrivare all’origine del malessere.


Entro nel vivo del mondo dei social che va ad intrecciarsi con disturbi alimentari e problematiche personali, uno spaccato che di solito intuiamo senza approfondire. È un dietro le quinte dei social, degli influencer, dell’accade per caso di diventar famosi.
È la storia di una vita tra conflitti e frustrazioni, opportunità e opportunismo, una serie di eventi ai quali adeguarsi o porre freno con scelte personali.
Vittoria, la protagonista, ha un suo blog personale di musica italiana e quando una sera, quasi per gioco, le accade di aggiungere un hashtag appena inventato, #portuencer, la sua vita sarà scossa da un’ascesa sempre più difficile da gestire, tra follower, aziende, relazioni sentimentali, Instagram, disturbi alimentari, un autentico vortice che la fagocita.

“La conta dei like, rispondere ai commenti, godere un po’ di quelle piccole manifestazioni d’affetto che, per quanto fasulle potessero essere, mi davano sostegno.”

Fama e fame sono ben difficili da gestire, e il crollo emotivo che si accompagna alla “discesa” risulta pericoloso:

“Nessuna intenzione di alzarmi, le cose importanti succedevano al cellulare.”

Una pigrizia dolente, che piano si sarebbe trasformata in solitudine, mi cullava.”

Nel raccontarsi a Mina, Vittoria ci aiuta ad entrare nei meandri della sua vita, di quel passato che lei considera imperfetto, pieno di difetti, del suo ingozzarsi di dolore e irrazionalità per portare a casa una trionfale sconfitta, del suo rapporto con la vergogna e con il dolore, la prima cosa che ha imparato.
Quasi un’analisi di caso, che affascina e fa riflettere e intanto ci chiama in causa riassegnandoci responsabilità di vigilanza e attenzione nei confronti dei più giovani e più fragili che vengono risucchiati dalla dipendenza.
Un libro assolutamente da leggere!

Le frasi tratte dal libro.
“Io non vomito mai … ho paura che pure quel dolore, così, se ne possa andare.”
“Dal secondo marito di mia madre, ho imparato la fatica dell’affetto. E quella è una specie di madrelingua, che poi parli tutta la vita. Sarà la tua grammatica, la tua voragine.”
“Mia madre non ci trattava allo stesso modo. Con mio fratello era equilibrata, solida; con me si muoveva come su una lastra di ghiaccio.”
“Avevo la vittoria nel nome ma una possibilità in più degli altri di perdere tutto.”
“Solo una cosa mi fa più male di questo male: essere il dispiacere di chi mi ama.”
“Le ultime settimane le ho passate a scrivere. A comporre un elogio del fallimento che si è trasferito dalla mia pelle al foglio. Un corpo tolto alla foto per darlo alle parole.”

Quando qualcuno che incontri di persona per la prima volta ti dice che sei molto fotogenica non è un complimento. Vittoria, poco meno di quarant’anni, una relazione finita alle spalle e una riservatezza che sta per diventare solitudine, se lo sente ripetere spesso.

Dopo aver scritto per anni di musica in un blog, sperando diventasse il suo lavoro, si sposta su Facebook e accompagna i post con qualche selfie. Quando nella sua vita entra Instagram, è sufficiente uno scatto rubato ed equivocato perché inizino a pioverle addosso migliaia di follower, insieme a un lavoro nuovo. Si ritrova a sponsorizzare cibo. Cibo di strada, cibo surgelato, cibo spazzatura. Perché quello che Vittoria sa fare meglio da sempre è mangiare. Mangiare per riempire un’esistenza che le sfugge di mano. Mangiare per curare un dolore che arriva da lontano e che lei fa di tutto per non guardare.

L’unica con cui si confida è Mina, una volta alla settimana.

E proprio quando le si presenta l’occasione della vita – un lavoro vero, pagato bene e interessante -, la sua fame – di amore, di pizza, di follower – rischia di mandare tutto all’aria.

Non è al momento raggiungibile esplora uno spazio nuovo in cui tutti siamo in qualche modo implicati: quello virtuale. Uno spazio che ha cambiato definitivamente il nostro modo di parlare, di guardarci e di guardare gli altri. Senza tuttavia dimenticarsi del corpo e del suo richiamo, talvolta crudele, alla realtà fisica del mondo. Valentina Farinaccio racconta la storia più contemporanea possibile, e lo fa nel modo più contemporaneo possibile, attraverso la ricerca di sé di una giovane donna con gli occhi bassi sullo schermo e una mano sempre occupata dal telefono. Bastano poche righe per essere catturati dalla voce di Vittoria, così trascinante, nitida, dolente, e così famelica di vita, nella speranza che quella vera possa essere all’altezza di quella immaginaria.

Valentina Farinaccio è nata a Campobasso, ma da molti anni vive a Roma. Ha esordito nel 2016 con il romanzo La strada del ritorno è sempre più corta (Mondadori), vincitore del Premio Kihlgren, del Premio Rapallo Opera Prima, e del premio Adotta Un Esordiente. Nel 2018 è uscito, sempre per Mondadori, Le poche cose certe, finalista al Premio Chianti. È inoltre autrice di Quel giorno. Racconti dell’attimo che ha cambiato tutto (Utet, 2019). Collabora con “il venerdì di Repubblica”. Cura per Officina Pasolini la rassegna “Prospettive d’autore”, dedicata alla letteratura contemporanea, ed è la coordinatrice delle attività culturali della biblioteca Moby Dick, a Roma.

Genere: Narrativa Contemporanea

ISBN: 9788804751205

180 pagine

Prezzo: € 18,00

Cartaceo

In vendita dal 10 maggio 2022

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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