Ruggine, Mariaelena Trani

Ruggine – Storie a bassa voce, Mariaelena Trani. Capponi editore

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“Un racconto è come una fotografia: quel che si vede è solo ciò che è compreso nello spazio dell’inquadratura.”

J. Cortazar

Il blog ha voluto farmi proprio un bel regalo affidandomi la lettura di questo libro. Non so bene se la scelta sia legata alla mia predilezione per questa forma narrativa o per le radici pugliesi che condivido con la scrittrice. Non mi interessa poi tanto conoscere le ragioni, so solo che devo ringraziare per questa nuova conoscenza che apprezzo nell’immediato, scoprendo lo smalto dell’amabile narrazione appena superata la Ruggine che scalfisce l’immagine in copertina.

Ventuno racconti brevi, densi di significato, narrati con perizia, costruiti con arte intorno a singolari personaggi e “cunti” popolari, ambientati in un passato che sopravvive nella memoria individuale e collettiva.

Sono quelli che ci fanno pensare al cicaleccio di comari nella piazza del paese, quelli sussurrati a bassa voce, perché ci sono cose non dette che nessuno deve sapere, ma che intanto vengono affidati al vento della chiacchiera che disperde il privato nella collettività.

Inizio a leggere il primo racconto e poi torno a rileggerlo, come farò poi con tutti gli altri, perché so bene quanto la brevità sia sinonimo di profondità e non mi accontento del piacere della lettura immediato, voglio entrare nel vivo del passato che mi giunge dalla voce di “dotte comari”.

Il mio pensiero va alle novelle pirandelliane, che valicano il tempo regalando sempre nuovi pensieri e per alcuni racconti ritorna viva nella mente l’immagine “della lumaca gettata nel fuoco, che sfrigola, e sembra ridere, e invece sta morendo”.

Mariaelena Trani conquista con i suoi racconti, che lasciano il retrogusto dell’amara sorpresa, dell’enigma accennato, del non compreso. E vado a spasso con lei nel paesino ad ascoltare qualche pettegolezzo. È un tuffo nel passato, quando tutti si conoscevano, o credevano di conoscersi e il soprannome era un segno distintivo, (Buccia, Diavolicchio, Scorfano) assegnato in determinate circostanze, ma che avrebbe accompagnato l’individuo per generazioni.

Diavolicchio. “Un coro di bassi presagi intonò un silenzio. Farà cose di cui si pentirà amaramente.”

“Buccia! Così lo aveva nominato il maestro, quello con i ceci dietro la lavagna e la bacchetta flessibile, perché sin da allora era difficile a notarsi, sembrava caduto da un aereo come un ordigno inesploso.”

Scorfano. “Lo spietato scherno di quel soprannome.”

Seguo con curiosità le vicende dei vari personaggi nel loro vortice di emozioni corrosive, tra riti e costumi di un tempo lontano, col vernacolo che s’affaccia a dare alle storie il colore della terra d’appartenenza, radici in cui affondare.

Sorrido divertitanel ritrovare “la genetica delle donne pugliesi” nel “rumoreggiare senza essere ascoltate” e in quel popta, un termine dispregiativo riferito a noi leccesi, che a nostra volta utilizziamo per indicare coloro che provengono dalla provincia, “li poppeti” “fuori dalle mura della città”, da “post oppidum”.

Ogni racconto è una realtà distinta e affascina per motivi diversi. Solo a mo’ d’esempio, penso alla figura di Luigina, avvezza all’uso di espressioni volgari, rincorsa dalla madre con lanci miopi di scarpe affinché impari nuove esclamazioni socialmente apprezzate, come “corbezzoli, capperi, perbacco”.

Penso aGiulia, quando si accorge che “la terra smossa per piantare era un areale rettangolare e non tondo, più simile ad una lugubre fossa che a una buca per radici”, alla metamorfosidi Emanuele “da girino a salamandra”, al matrimonio “che è come na capasa di olive in salamoia” e ancora ripenso ai matrimoni per procura, che possono aspirare alla felicità, anche quando l’omonimia ha causato uno scambio di persona. Che fa, tanto non si conoscevano neppure!

Una galleria di situazioni e personaggi, che diverte e fa riflettere, regalandoci pagine che ci faranno compagnia in ogni tempo.

Una buona lettura per tutti!

La famiglia talvolta etichetta tracciando un solco per i nascituri, ma la terra è polvere e alla fine ognuno si traccia il proprio.”

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Ventuno storie pugliesi che si svolgono in un lasso di tempo compreso tra le due grandi guerre. Ventuno storie incoerenti e senza eroi. Infedeltà, follia, invidia, gioco d’azzardo, famiglia, vita e morte. Momenti cruciali nelle vite dei protagonisti. Racconti brevi dei fatti degli altri che non è bene dire, come mia nonna li avrebbe ascoltati mentre faceva spesa in piazza.

Mariaelena Trani, nata a Grottaglie, in Puglia, terra alla quale è legata, ora vive nel Lazio. Con una laurea in Filosofia e Storia e due master, insegna nei licei romani. Nel 2021 esordisce nel panorama letterario con il romanzo Supremo.

«Nelle parole risiedono i pensieri, la lingua italiana è un meraviglioso universo espressivo.»

Autore: Mariaelena Trani
Editore: Capponi Editore
Collana: Narrativa
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 12 aprile 2022
Pagine: 96 p., Brossura
EAN: 9791280919014


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Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

2 Risposte a “Ruggine, Mariaelena Trani”

  1. Grazie Maria Teresa Lezzi Fiorentino. Grazie “Mondo incantato dei Libri”
    Qui si trovano sempre letture inaspettate e di ottima qualità
    Per me che vivo di racconti questa recensione è molto gradita.
    Interessante il filo conduttore dei sussurri di paese, molto mediterraneo…
    Come sempre Maria Teresa con le sue recensioni riesce a catturare l’attenzione di chi legge

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