Sangue amaro, Mariaelena Trani

Sangue amaro, Mariaelena Trani. Rossini editore

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“L’anatema è un mormorio. Si evoca dal profondo della gola. Raschia i denti e si diffonde rapidamente nella notte. Nell’aria i respiri, a pause brevi, pervadono tutto ciò che è visibile.”

Non è tanto il titolo ad attirare la mia attenzione, quanto il nome dell’autrice, che già tempo fa mi aveva conquistata con la sua raccolta di racconti narrati con perizia e costruiti ad arte, Ruggine.
Ora sono curiosa di esplorare il nuovo libro di Marialena Trani, un romanzo storico che già sento familiare, mentre lo sfoglio per il primo sguardo d’insieme.
Sono undici capitoli seguiti da una preziosa appendice, in cui ritroviamo il quadro storico, i documenti, alcune ricette e la cartina di Terra d’Otranto. Sono a casa.
Indecisa se partire dal primo capitolo o dall’appendice, opto per il quadro storico che consente di inquadrare meglio la narrazione. Come precisa la Trani “La storia spesso inizia con fatti del presente che sembrano insignificanti poi in un secondo momento si rivelano cruciali.”


Con questo romanzo abbiamo la possibilità di capire la storia del sud in età barocca a partire da una maledizione scagliata contro l’intera comunità grottagliese per quattro ghiande selvatiche, a riprova che “… anche quattro ghiande pi li puerci possono scatenare la guerra.” Tutto a causa di un antico errore burocratico!”
Come poter ottenere l’assoluzione? La tela della Vergine Annunziata nella chiesa madre di Grottaglie testimonia l’atto di pentimento del popolo e la modalità prescelta per ottenerla.

Riparto dalla prima pagina, leggo immersa nel passato, guidata dalla prosa ricercata, così ricca di metafore e similitudini. Mi figuro d’essere dietro un muretto a secco della mia città a scrutare da una fessura quanto accade a Grottaglie nel 1674, quando l’anatema viene scagliato contro la cittadinanza.
Osservo in silenzio, anch’io presente in quelle pagine di diario (presenti in alcuni capitoli) che fungono da osservatorio distaccato e partecipe e di cui all’inizio non riconosco la voce narrante. Lo scoprirò soltanto alla fine.
Seguo con interesse i personaggi che si muovono sulla scena (Diego Mochila, abate senza abbazia, don Matteo, il sindaco Francesco Mannara, Isabella Bardo, Venanzio il banditore, la badessa Almudena Della Mancia, il principe Cicinelli, …), figure vive operanti nel villaggio di Grottaglie, snodi di intrecci e vicende personali e familiari.
Ogni capitolo una novella con le grandi verità con cui continuiamo a fare i conti nel presente:
“In fondo le spade sul suolo hanno sempre lo stesso peso anche se cambia la mano che le muove.”
Continue le descrizioni di grande effetto, che evidenziano un fine lavoro di indagine psicologica:
“… ora mostrava un volto bifronte, quello del persecutore e quello del perseguitato.”
“Il sole, nella sua ora dorata, scopriva due scogli grigi per occhi, in parte immersi nei pensieri liquefatti di quella notte come fossero guado d’acqua torbida attorno a un castello”.
“Fece una pausa, da pochi mesi al respiro si aggrappavano vecchi fantasmi e l’abate non riusciva mai a prendere il boccone d’aria giusto.”

Le figure femminili, come Isabella Bardo e la zia badessa Almudena Della Mancia, si stagliano sulla scena nella loro singolarità, in un’atmosfera che dà risalto alla loro determinazione e al loro potere incontrastato. Isabella, un’autentica macchina cinetica in grado di trasformare ogni arresto in battuta di partenza per nuove mete, Almudena con un velo-mantello per sfidare i prepotenti del viceregno.
Non manca però di divertire l’immagine della badessa accecata dal caravaggismo applicato alle paste di mandorla, che non rinuncia a impartire alla nipote lezioni non solo di arte culinaria.
Fa riflettere invece il valore della comunità, dei sentimenti condivisi, delle emozioni che accomunano. Essere grottagliese infatti per Isabella vuol dire comprendere che si può essere felici o affranti soltanto insieme agli altri.
“Il popolo era la piazza che gioiva, la piazza che piangeva nel suo incessante dilagare.”
In quel passato così abilmente narrato ritroviamo anche la storia di un noto oggetto beneaugurante: il pumo pugliese.
Un libro assolutamente da leggere!
Aggiungo soltanto che, in parte già premesso, l’appendice è un tesoro da custodire e farne uso con quelle ricette che affondano nel passato per far profumare il presente.

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

In un’epoca di compravendita di titoli e terreni, tra segreti e sfarzi barocchi, le mura del piccolo feudo di Grottaglie si trasformano nel palcoscenico di una lotta accesa tra fazioni religiose e nobiliari. In un tumultuoso ottobre una scomunica lanciata per futili motivi scuote l’intera comunità gettando un’ombra di incertezza sul destino di tutti, mentre le vite di tre ragazzi, eredi di famiglie in lotta per il controllo del territorio, si intrecciano tra loro. Ma la vera protagonista di questa storia è l’antica tela della SS. Annunciazione, rinvenuta nel cuore della chiesa madre di Grottaglie nel 2019 e risalente al 1674, che rivela il suo passato vibrante di ammenda pagata dal popolo penitente a seguito dell’anatema.

Mariaelena Trani è nata a Grottaglie, in Puglia, e ora vive e lavora nel Lazio. Docente di filosofia e storia, esercita inoltre la professione di coach in un percorso da lei ideato di Philosophical coaching ed è mentor presso YWN.

GenereRomanzo storico
EditoreRossini
Data uscita04/03/2024
EAN9791259694140
Pagine153
Formato14 x 21, brossura
LinguaItaliano

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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